Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Resoconto Della Serata Dal Nostro Punto Di Vista
Avendo anticipato ieri ciò che di questa festa non mi piace, perché a mio avviso, cosa che non ha ne capo ne coda, passiamo a ciò che come contorno alla Santa Notte, nonostante tutto ci fa piacere riportare, perché frutto del lavoro dei gambatesani.
Ieri pomeriggio dunque, come al solito, verso le sei esco e d’accordo con Totore, decidiamo di fare un giro su viale Veneto e piazza Riccardo, per verificare la consistenza numerica dei camper che anche quest’anno ci onorano della loro presenza e dell’amicizia per Gambatesa dei relativi equipaggi. In quel momento erano posteggiati venti automezzi che saranno diventati ventitré verso le dieci di ieri sera.
Fatto il giro di perlustrazione, (senza foto perché era già buio e perché alla fine della fiera i mezzi sono sempre gli stessi degli anni passati), e percorsa via nazionale, dove abbiamo incontrata una squadretta di ragazzi, intenta a suonare per i nostri ospiti, eccoci presso il bar dei fratelli cafter, dove, fra le altre persone, era presente Gennarino Abiuso, (tarramot), fra le altre cose, artista ed ottimo cantore di maidunate che ancora oggi si ricordano con piacere. Erano le sei e un quarto ed il Nostro, nell’accommiatarsi da noi che eravamo nel bar ha detto: “Ora vado al castello: Glie l’ho promesso”, cosa a mio parere giusta e doverosa anche nei confronti di chi, in quel momento, veniva ricordato proprio presso il maniero. Per dirne una, io ricordo come fosse oggi, quando, nel 1978, dal palco che ha visto esibirsi le squadre di quel primo gennaio, Gennarino diresse magistralmente un Eligio Mignogna, talmente in forma che ci regalò una mezz’ora di spettacolo memorabile; fra le altre cose che Lggtell cantò, (ovviamente oltre alle sue maidunate), vanno rimarcate le due improvvisate pubblicità al caffè Camilloni ed al vino San Barbato, prodotti che gli furono offerti sul palco, prodotti che modificarono in meglio quanto il Nostro stava cantando. Basti pensare che alla fine dell’interpretazione, Eligio, rivolgendosi a Gennarino, per salutarlo disse: “Ecco, Abiuso Gennaro, sei patrono del microfonio”, suscitando l’ilarità generale di noi del pubblico, davvero felici di aver potuto avere un interprete come Eligio Mignogna.
Bello fu anche sentire Gennarino duettare a colpi di maidunate con Eligio; ricordo mezza maidunata proposta proprio dall’allora presentatore di quella manifestazione: “U brigadier ch’i baff appizzutat, o quanta gente ch’ha ‘mbapucchiat…”; il resto l’ho dimenticata, ma si trattava di una maidunata che si riferiva alla sua persona, in quanto all’epoca, Gennarino era sott’ufficiale dei carabinieri.
Tornando a ieri sera, noi eravamo ancora nel bar, quando, verso le sette meno un quarto vediamo tornare Gennarino; io gli chiedo: “Ma hanno già finito al castello?”, non ripeto qui la risposta del Nostro, perché vorrei evitare, almeno per oggi, di scendere in basso.
Così il pomeriggio. La situazione meteo, nel frattempo, era peggiorata e pioveva che Dio la mandava, cosa che si è protratta fino a questa mattina. Noi avevamo raggiunte le otto e bisognava andare a cena, per cui, salutati gli astanti, abbiamo ottemperato a quanto in proposito.
Tornando fuori dalla tana verso le dieci meno un quarto, ecco la bella sorpresa: Nel bar dei cafter, troviamo Ottorino (Da Rieti), che salutiamo con piacere. Fatto ciò, e rendicontato dell’accaduto anche il nostro amico e collaboratore Marco Frosali che nel frattempo rosica da Roma, ci accorgiamo che finalmente la casa del camperista era aperta.
Facciamo per avvicinarci e salutare chi vi era acquartierato e veniamo introdotti in casa dal presidente dell’Associazione Culturale “I Maitunat”, Giovanni Carozza, non con le mani in mano, ma con una vaschetta di pasta e fagioli ed un bicchiere di vino, davvero una bella cosa della quale ringraziare chi ci ha accolti.
Erano rimasti in pochi, perché si erano fatte le dieci e un quarto e la maggior parte dei camperisti si era ritirata nei propri mezzi per la notte; io però, sia pur senza strumento, ho recitata una maidunata ai nostri amici e poi, non contento, ho ripreso il cellulare e, chiamato di nuovo Marco, gli ho permesso di salutare Ottorino. E’ in questo frangente che Marco non si è lasciato sfuggire di fare una maidunata telefonica al nostro amico sabbino, con somma soddisfazione per entrambi.
Insomma: Una bella serata d’inizio nonostante la pioggia battente che ha provato a rovinarla; se questo è l’inizio, voglio immaginare un bel seguito, del quale però, come già precedentemente annunciato, parlerò a mio modo solo dopodomani, ad anno nuovo inoltrato.
A te, nonostante le variegate possibilità proposte questa sera, spetta il compito di scegliere come passare la Santa Notte:
Spero che ci preferirai al resto!