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SCROCCO E I SUOI FRATELLI: La Storia Di Nicola Amorosa, (zipl)

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Ora Ha Rotto Gli Zebedèi!

Nicola Amorosa: (Zipl), meglio conosciuto come (Curticchio), dal soprannome della famiglia materna

Chiedendo scusa alla nostra “Mina Vagante” per avergli fregato il titolo di un suo articolo, (ecco a cosa mi riferisco), oggi voglio denunciare qualcosa che se in apparenza non dovrebbe interessarmi, in realtà mi riguarda, anzi, mi crea non pochi danni e da tempo; siccome ogni pazienza ha un limite ed ora la cosa sta degenerando, la dico a te che mi leggi, prima di rivolgermi ai servizi sociali o, in caso di loro latitanza, alle mie mani, sempre calde e tremanti.

Di che sparlo?

Se sei di Gambatesa, sai bene qual è stato fino ad ora il comportamento della persona che vedi in foto, uomo malato che per questa ragione è assistito dallo Stato con danaro che viene affidato a chi ne ha cura, stante la parziale incapacità d’intendere e di volere del Nostro. Il danaro in questione, viene fornito, non per creare un reddito alla famiglia di chi lo percepisce, ma per solidarietà di tutti, nei confronti di chi è meno fortunato, a che Questi possa vivere dignitosamente.

Accade che Nicola Amorosa, giornalmente, si rechi nei bar di Gambatesa ma, a differenza degli altri avventori, lui attenda chi entra o si aspetti da chi è già nel locale, che costoro elargiscano qualcosa al Nostro, sotto forma di consumazione, cosa legittima per le parti in causa, meno per chi non lo è.
Già la cosa sarebbe a mio detrimento, (ne parliamo dopo), ma ora colui che a ragione posso definire scroccone, compresa la possibilità data dal fatto che la gente accondiscende al suo comportamento, è passato allo step superiore, chiedendo direttamente a chi gli viene a tiro, di offrirgli ciò che desidera, pena gestacci e parolacce più o meno offensive nei confronti dell’importunato o, in qualche caso, pugni o schiaffi, che ovviamente non graditi, portano alla reazione del mancato elemosiniere, cosa che, sola, fa in modo che l’Amorosa si allontani.

Per inciso, va detto che il Nostro non è nemmeno tanto incapace d’intendere e di volere, atteso che sia furbo; in effetti, mentre l’altro ieri lo facevo fotografare per raggiunti limiti di sopportazione, il “Bersaglio”, accortosi della “premura” cercava di evitare in tutti i modi l’obbiettivo. Se vedi la foto che è posta in testa a questa farneticazione, lo devi solo alla scaltrezza di Totore, che ringrazio per il servizio prestato.

Ma che danno ricevo io?

E’ cosa purtroppo normale che i pregiudizi nei confronti delle persone deficitarie in qualcosa, (fisica o psichica, la soluzione non cambia), non vengano espressi individualmente, ma coinvolgano ognuno che patisce i propri problemi, per cui, se da una parte devo registrare strane “pulizie di coscienza” che si estrinsecano nel dare l’obolo a chi è più “sfortunato”, (anche a me è capitato di trovare persone che, più o meno consapevolmente, hanno cercato di offrirmi qualcosa, in qualche caso anche del danaro, ovviamente non parlo degli amici che se sono gentili con me, ricevono il medesimo riscontro da parte mia), dall’altra, questo venir considerati di serie “C”, (in “B” ci sono i carcerati, gente che deve scontare una pena che non è a vita), crea non pochi problemi a chi, di serie “C” non si sente ne vuol sentirsi. Così, ad esempio può accadere di trovarsi a far la corte ad una donna che però risponde che “Sì, mi farebbe piacere stare con te, ma se lo sa la mia famiglia? Io mi vergogno di dir loro che tu hai un deficit”. La stupidità di chi dà certe risposte è chiara e costringe ad allontanare la persona in questione, ma, credimi, non fa piacere sentirsi dire parole del genere, anche se dette da chi risulta essere più deficitario di chi, queste parole è costretto ad ascoltarle.

Tornando dunque al comportamento di Nicola Amorosa e sapendo che il fratello Antonio, (Fifì), dalla Germania nella quale vive, è mio assiduo lettore, faccio appello a lui, a che avverta i propri genitori e l’altro fratello (Gennarino), affinché prendano provvedimenti drastici in merito; in mancanza, pur volendo evitare di farlo, come detto, mi vedrò costretto a rivolgermi ai servizi sociali, ribadisco, non tanto per proteggere la dignità di chi non sa cosa farsene, quanto per difendere il mio diritto di vivere, senza venir offeso per colpa di comportamenti altrui, sbagliati e non corretti da chi prende danaro per farlo.