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35o CANTO DELL’INFERNO: In Chiave Molisana!

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

In Prosa

Antonio Chieffo, del 22 settembre 2011

Sì, è così: Oggi voglio essere meglio del Sommo Poeta nell’esprimermi in modo basso, in riferimento a certa “brava gente”, questa volta LADRA DI FATTO! E non parlo di certi gambatesani che chiamano ladri gli altri e poi rubano giornalmente, magari in nome del Vangelo o di certi accolitismi…

Ma di questo… Riparleremo, carte e foto alla mano, quando deciderò di farlo…

Venendo ai fatti presenti, l’altro ieri, è apparsa una notizia che fino a qualche giorno fa, poteva sembrare fantascienza, pur sapendo della voracità di gente che a parte non far niente, ovvero pensare ai cazzi suoi e dei propri familiari o amici ed amici degli amici, nulla ha fatto per la gente molisana che, nonostante le venisse chiuso tutto il chiudibile in termini di lavoro e prosperità, ha continuato ad andare a votare, in qualche caso credendo ancora che ciò fosse un dovere e che il mancare di farlo avrebbe comportato chissà quali iscrizioni sulla fedina penale, senza sapere che oggi questo “documento” è solo ed esclusivamente carta da culo.

POI CI SIAMO RISVEGLIATI:

Un bell’articolo proposto dall’altrettanto bravo Pasquale Dibello, ci ha riportati alla realtà, ma che dico: Alla realtà aumentata. Sì, perché quelli che finora avevamo definiti LADRI così, quasi per folclore, oggi dimostrano tutto il loro saper fare in quest’arte, dopo aver abbindolati noi fessi, dopo aver rastrellato dalle nostre tasche tutto il rastrellabile, riducendo molti di noi alla disperazione.

Per inciso: L’articolo mi è stato girato dalla nostra “Mina Vagante”, (Mario Ricca), che ha aggiunto il seguente commento:
“In caso di protesta di massa, propongo al posto della banale sassaiola, una sana ghiandaiola; ritengo sia più adeguata al contesto!”; e per arrivare a parlare così Mario, vuol dire che la misura è davvero colma!
Da aggiungere che la farneticazione che stai leggendo, ho provato ad espettorarla dall’altro ieri per almeno tre volte, ma ho dovuto abortire gli altri progetti perché nel rileggerli, facevano schifo anche a me, tanti erano gli insulti proferiti, che avrebbero fatto sfigurare anche il Dante più in forma. Ho voluto recuperare un minimo di civiltà nei tuoi confronti, visto che se mi conosci, sai bene che tal rispetto, non è certo per paura di chi ancora pensa che la burocrazia la possa sfangare contro chi è in grado di difendersi e vorrebbe avere il grosso piacere di uccidere qualcuno, a dimostrazione della propria volontà e capacità di farlo.

Tornando a bomba, (magari se messa a palazzo Moffa senza avvertire…), la colpa di tutto questo però, a differenza di Dibello, io la consegno anche agli attuali nostri “amministratori”, rei di fare di tutto, di più, per fregarsene dei cazzi di chi non sa come arrivare a fine mese per ingrassare le (dei primi e dei loro predecessori) “gran panze”, confortati dal fatto che i disperati di cui sopra, nonostante tutto siano così masochisti da non capire che oggi, il modo migliore per dare pane al pane e vino al vino, (z parl d magnà), sia quello di lavorare in nero ed evitare di pagare le tasse, magari a mano abilmente armata di qualcosa da “offrire” senza lesinare a chi, scagnozzo dei bastardoni che mangiano senza ritegno, si presenti a chiedere il perché di tal comportamento. Da Ulisse, (finto greco d’adozione), considerando che gli antichi abitanti di quella terra pensavano che il miglior modo di far politica consistesse nel discutere a pancia piena e possibilmente un po’ brilli, (parola, nello stesso tempo di Ulisse e del presidente della C G Pelle), domando a me stesso:

Perché se no finora nessuno si è ribellato?
Mica si può addebitare tutto alla bamboccionità del popolino italico!
Sarà che la “panza”, nonostante tutto è ancora sufficientemente piena?
Se no… Pur di mangiare… quale sarebbe stata o sarebbe la reazione degli italiani, mangia/briciole perché in arte di arrangiarsi?

Oggi come oggi, alla faccia di quegli altri produci chiacchiere che si rinchiudono nelle chiese, evitando di pagarci ici, imu e stronzate del genere, (parlo del più importante ed intoccabile gruppo di evasori fiscali di tutti i tempi, alla faccia di Dio, gente che poi ha emissari che si permettono il lusso di lanciare anatemi contro i propri colleghi che però hanno la sfortuna di far parte di un partito che non rientra nella loro cerchia… (forse… Ma lo sa solo Dio), pertanto, a loro dire, “non onesto”), credo che sia sempre più ovvio e necessario armarsi, ovviamente evitando l’azione burocretina di registrare quanto si acquisisce, pensando di utilizzare le armi procurate per far comprendere alle gran panze che il danaro rubato alla gente comune può tranquillamente non essere goduto, atteso che Dio abbia fatta una Legge che nessuno stronzo di quella risma potrà mai modificare: La MORTE, verso la quale è difficile poter chiedere qualsiasi forma di raccomandazione.

D’altra parte… Se Riina ha potuto minacciare Di Matteo… Non è stato per la potenza data a Totò da Dio?
Non vorrei pensare che ci fosse la mano dell’uomo…
Dov’è detenuto U Curtu… Ci sono solo fedeli servitori dello Stato…
Chi ha diffusa la notizia su qualsiasi mezzo di diffusione di massa, compresa la merda dei piccioni?

Restando però fra chi ci vende giornalmente il posto in Paradiso, (quello per l’inferno è più a buon mercato e rende meglio, visto che è quasi impossibile prenotare, avendo razziati i biglietti, proprio coloro che vorrebbero e, cacciandoci, cercano in tutti i modi di mandarci altrove), visto che la chiesa cattolica è stata in grado di “accompagnare” e deteriorare la politica italiana degli ultimi duemila anni, mi auguro che le pecore viste dietro i pastori durante le ultime processioni, (parlo di Gambatesa), restino talmente tante da inficiare il mio farneticare; diversamente, se l’effetto dell’oppio dei popoli dovesse scadere in termini di efficacia, ci sarà da ridere nel vedere cosa succederà quando si verificherà quella crisi, (tanto enfatizzata per rapinare chi è rapinabile), crisi che nei fatti non esiste, visti i prezzi, (ancora lontani dalla festa consumistica denominata Natale, di ciò che ognuno vuole ricevere come regalo e riceverà inesorabilmente).

Già mi viene da ridere al pensare cosa diranno quegli imbecilli dagli altari di ogni chiesa, chiacchiere morte, fritte e rifritte che in nome del loro guadagno giornaliero, proporranno a chi vorrà ascoltarle come “grande novità del Vangelo,,,

Dunque, se la “giustizia” terrena non fa il suo corso, intenta com’è a spartirsi il potere con i suoi degni compari, esiste una giustizia Divina che nel caso specifico, bene sarebbe accelerare, quantomeno per far sì che le gran panze di ieri e poi quelle attuali vengano sostituite, così, da ripartire, almeno in minima parte, il tesoro che i porci da ingrasso in questione si spartiscono, sicuri di non essere uccisi, almeno fino al prossimo Natale, un’altra di quelle ricorrenze/chiacchiera, utile solo a far dimenticare alle pecore la lotta fra lupi che è in atto fra i loro “pastori”.

Per concludere, devo dire due cose: La prima riguarda il recente passato e consiste nel fatto che chi scrive, non è nuovo a queste sparate; nel marzo del millenovecentonovanta infatti, ultimo giorno della quarta legislatura di una regione Molise che oltre a mangiare sulle nostre spalle, conta quanto il due di spade quand’è briscola denari, io andai a quella seduta dell’allora consiglio regionale.
Quella sera, come capita solitamente, pur d’ingraziarsi qualche lecchino porta voti, i protagonisti del tempo pensarono di scavallare la mezzanotte e quel cretino del padre dell’attuale presidente della giunta regionale, tal Fernando Di Laura Frattura, giunti a mezzanotte, ma sapendo che qualcuno registrava la seduta, avvicinandosi al pubblico incominciò ad inveire gridando: “Ma ve ne volete andare a casa? Sono le undici meno un quarto!”. A questo punto, mentre la maggior parte delle pecore sedute fra il pubblico si alzava per andarsene, io incominciai a gridare: “Con tutti i soldi che ci freghi, un orologio te lo potresti anche comprare! Coglione!”; al che, forse per l’imbarazzo, fu chiusa la seduta e la legislatura.
Immediatamente dopo, uscendo da quella sala che ieri come oggi puzzava e puzza di Mafia, ripresi a gridare: “Andate a casa voi, ladri, magnaccia di stato e figli di puttana!”, al che, gentaglia del calibro di Antonio Di Rocco, iniziarono a coprirsi la faccia con le mani, quelle mani unte e bisunte, sporche ma lavate da una cosiddetta giustizia compiacente che nella maggior parte dei casi, (compresi quelli farciti da suicidi o sembranti tali), ha gettato fumo negli occhi della gente ordinando di eseguire qualche scenografico arresto, poi rivelatosi del tutto inutile.
Da dire che dopo quella legislatura, mister “undici meno un quarto” è diventato deputato, premiato da quelli che oggi si lamentano per la perdita del posto di lavoro o per il fatto che i figli di costoro, cresciuti ad iPhone e Golf, di lavoro non ne trovano o non ne vogliono trovare.
La seconda cosa che voglio espettorare, riguarda i tempi d’oggi. Come tante volte ho farneticato, io voglio bene alle forze dell’ordine, perché spesso sono costrette ad agire a fronte di stipendi da fame; vorrò ancora più bene a chi, se c’è stato, l’altro ieri, ricordandosi del proprio stipendio, nel dare manganellate alle gran panze in protesta, ne abbia date un po’ di più e con sommo piacere, proprio per far comprendere il disagio nel quale i cittadini oggi vivono. Se ciò non è accaduto, bene faranno a far sì che a breve accada; diversamente, siccome noi cittadini le tasse le paghiamo per ricevere dei servizi, lo Stato camorrista, (con il massimo rispetto e tante scuse alla Vera Camorra, quella per intenderci, abilmente pilotata da pilastri del calibro di Don Liborio Romano), lasci al privato la gestione dell’ordine pubblico e dia a noi quelle armi per permetterci di divertirci un po’ ripulendo le piazze dall’immondizia: Noi siamo ottimi spazzini e questo lavoro lo faremmo gratis!

“E quindi – se pur schifati – uscimmo a riveder le stelle”.