Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Nicola Venditti
Con L’Imprevisto Finale!
Già in qualche occasione ho detto che odio visceralmente il dovermi ripetere, come se dicessi una Messa domenicale; non sembri dissacrante, (la coincidenza non è voluta), ma questo è uno di quei casi che mi fanno pensare quale sia il livello di inutilità di certo scrivere, paragonabile all’esempio sopra riportato, atteso che in molti casi, soprattutto se ci riferiamo all’opulento mondo occidentale, questo si avveri, scevro da ogni forma di Fede a priori, mostrata dall’officiante.
Passando senza indugio alla cronaca di ieri, per evitare di tediarti con la ripetizione di quanto accaduto lo scorso anno e negli anni precedenti, (cosa che accadrà allo stesso modo in avvenire), ti rimetto il link proprio allo scorso anno, per rivivere la stessa giornata accaduta però di sabato: Qui se ti va. Per il resto, ecco i pochi dettagli riferiti a ieri.
Ore sei e dieci antimeridiane; come da programma si parte, con un numero inferiore di compagni di gita, numero ridotto anche per la nostra squadretta, priva quest’anno del Principe e di Johnny, in tutt’altre faccende affaccendati.
Superato il confine che divide sul ponte del Fortore il Molise dalla Puglia alle sei e vent’uno, verso le otto meno un quarto arriviamo al solito autogrill in prossimità di Cerignola (FG), per una pausa che ha vista l’intera comitiva affaccendarsi in ogni genere di rifornimento. Quest’anno, come gli anni precedenti, Totore si è cimentato nella preparazione del solito pan-brioche, da consumare proprio a quell’ora ed in quel posto; in questa occasione però, il Nostro ha voluto mettere ancor di più a proprio agio noi altri, preparando la sua specialità in forme singole, proprio per evitare l’uso di posate, difficile da gestire in quelle condizioni. Se guardi la foto, comprendi anche perché poi a quel ben di Dio è stato affibbiato il nome scritto in didascalia.
Ore nove e venti (A. M.): Arrivo ad Adelfia (BA), e parcheggio del bus, che ci ha visti scendere a terra circa venticinque minuti dopo, quindi con i soliti disagi dovuti al traffico. Il tempo minacciava pioggia, facendoci pensar male della giornata che andava ad iniziare, ma appena a terra, ci ha accolti un caldo umido ed insopportabile, che mi ha fatto pensare: Ma chi me lo ha fatto fare!
Primi giri per il mercato e prime conferme di una crisi non tale, cosa che evito di riproporti perché ormai sai come la penso in merito, forse anche meglio di me.
Ore una e quindici (P. M.): Torniamo al pullman per pranzare e troviamo già i nostri compagni accampati come al solito; noi prendiamo le nostre borse e procediamo con lo stendere a vista ogni nostra vettovaglia, dopo esserci acquartierati in uno dei peggiori posti degli ultimi anni, atteso che non avevamo neanche una panchina sulla quale sederci.
Dopo aver mangiato ed ovviamente bevuto, prima di tornare nella bolgia del mercato, pensiamo di espletare quanto ogni essere umano deve fare, in particolar modo dopo aver mangiato e bevuto per l’appunto. Qui, una piacevole sorpresa, proposta ai turisti dal municipio locale: I bagni chimici puliti, anche se al costo di un euro pro capite, cosa da me altamente gradita, anche per il risvolto sociale che un’operazione del genere comporta. Di fronte al bagno infatti, vigilava una solerte coppia di giovani che, preso il danaro dovuto, presentavano il bagno pulito come uno specchio e soprattutto fornito di carta igienica, cosa non da poco, cosa che ha resa questa gita decisamente più civile rispetto alle precedenti edizioni.
In una delle visite, ho avuto modo di discorrere con le “guardie”, che mi hanno confermato anche a parole il loro impegno visto con i fatti, impegno che prevedeva l’immediato ripristino della pulizia del luogo del quale stiamo parlando, ad ogni fine visita di ognuno di noi.
In merito, va detto che alla cessazione di cotanto servizio, (verso le undici di ieri sera), la gratuità tornata presente del servizio in questione, ha fatto immediatamente i conti con l’italianità e di conseguenza con l’inciviltà di chi, zozzone, a ripristinata anche la sporcizia e la quasi inagibilità dei bagni, fino a quel momento tenuti davvero ben puliti.
A quest’ultimo dire dunque, va contrapposta la duplice lode che bisogna rivolgere agli amministratori di Adelfia, i quali hanno unita la pulizia e la presentabilità dei bagni chimici, al guadagno dato a chi quei luoghi li ha saputi davvero governare con diligenza.
Un’idea da proporre per le future feste alla prossima amministrazione municipale di Gambatesa?
Tornando alla cronaca spicciola, va detto che il mercato era come al solito altamente frequentato ed ognuno di noi ha pensato bene di acquistare i soliti ricordini da portare a casa ed agli amici; quest’anno, la cosa che io, Totore e Donato abbiamo comprata come per tradizione in modo simile per tutti, è stato un fischietto di canna con la regolazione del tono fatta con una mazza, alla stessa stregua di un trombone a tiro; da qui il nome che mi è venuto in mente di dare a quei fischietti. Ne abbiamo ovviamente acquistati anche altri da regalare, ecco il perché di tutti quei giocattoli in foto.
Fatta la cena, simile al pranzo ma con la comodità di una panchina requisita, siamo tornati nella bolgia del mercato, accompagnati dallo spettacolo dei fuochi pirotecnici presente dalla mattina, a dire di mio padre, spettacolo davvero degno di quel nome. Nel camminare, Nicola Venditti, (Piscialett), aggiunto quest’anno alla squadra, si è divertito a scattare qualche foto con il suo cellulare, suscitando l’ilarità di chi, di quelle foto è stato vittima.
Tornati per l’ennesima volta al pullman, eccoci raggiunti da altri amici di gita, i quali, per accomunarsi a noi ci offrono il loro vino, (il nostro era finito), e dell’ottimo salame, tagliato con armi di fortuna, così, da ravvivare una serata che si stava trascinando stancamente verso una fine di giornata che ci aveva visti percorrere un numero smisurato di chilometri a piedi, in mezzo alla gente, sempre molta, sotto le luminarie, le stesse degli anni precedenti in numero e potenza
E, alla faccia della crisi, fra i soliti rifiuti ed i medesimi sprechi degli anni precedenti.
Una nota dolente va registrata a proposito della mancanza, fra le bancarelle, del nostro libraio di fiducia, un uomo che ha più di settant’anni, ma una Persona squisitamente simpatica che, per ragioni ideologiche, io e Totore, da diversi anni, abbiamo soprannominato “Il Camerata”. Ieri, il Camerata è stato assente, così com’è mancato all’appuntamento di quest’anno chi preparava le crepe alla nutella, danzando dietro il bancone. Desidero sperare che le assenze delle quali sto parlando siano state una semplice parentesi, perché non mi piacerebbe sapere che i vuoti in questione siano dovuti a causa di forza maggiore, con il raggiungimento del punto di non ritorno…
Ore zero e venti di questa notte: Si riparte alla volta di Gambatesa e tutti, sazi e brilli, al nostro posto abbiamo iniziato a dormire, affidandoci ad Antonio, il solito autista serio e professionalmente impeccabile, ma…
Ore due e trentacinque (A. M.), altezza Lucera (FG): Il bus si ferma, dopo aver superato un altro automezzo di più piccole dimensioni, appartenente alla stessa società che gestisce il pullman a nostra disposizione, vale a dire la Molise Tour.
Che era successo?
L’altro bus era in panne e di conseguenza i passeggeri di quel mezzo, diretti a Petrella Tifernina, sono dovuti salire sul nostro pullman, ed accontentarsi di fare un tratto di strada con noi, tratto di strada che ci ha visti arrivare indenni a Gambatesa alle tre e venticinque antimeridiane di una giornata che ci ha accolti in paese con umidità e freddo, cosa che ci aspettavamo, cosa normale per una metà di novembre che ha visto ancora una volta il concludersi del rito della gita ad Adelfia, gita che ci ha permesso di socializzare come gli altri anni, che è stata identica quasi in tutto come gli altri anni, cosa che si ripeterà in futuro, sempre con le medesime modalità, già sperimentate in passato.
Tornerò a scriverne di nuovo?