Di Stefano Venditti
Quattro incontri per illustrare i risultati ottenuti dalle ricerche del Centro Studi sulle Migrazioni della Biblioteca provinciale “P.Albino”
[download id=”459″ format=”2″]
Un modo diverso per festeggiare i primi 50 anni di autonomia della Regione Molise. Un modo per riflettere sulla storia del Molise, sulla vita vissuta da un popolo che da sempre ha nel suo Dna marcato a fuoco lo spettro dell’emigrazione verso terre “nuove” che possano assicurare un futuro migliore, più roseo e più remunerativo. Dall’emigrazione storica verso l’America, la Germania, ed altre nazioni fino all’attuale migrazione, o fuga di cervelli che dir si voglia, che sta pian piano depauperando il meraviglioso patrimonio di intelligenze e di uomini e donne di valore che stanno lasciando la triste Italia per approdare a lidi migliori dove valorizzare e premiare il proprio talento. Tutto questo sarà racchiuso nei quattro incontri promossi dal Centro Studi sulle Migrazioni della Biblioteca provinciale “P.Albino” dal 13 novembre al 5 dicembre.
“I dati e le ricerche che presenteremo in questi quattro incontri sono il frutto del lavoro del Centro Studi sulle Migrazioni della Biblioteca provinciale “P.Albino” che è stato creato circa una decina di anni fa. Ricerche condotte sul campo e dentro le comunità molisane presenti sia in Venezuela sia in Germania che si sono concretizzate grazie e soprattutto all’aiuto che ci ha dato la Regione Molise. Il Centro Studi sulle Migrazioni della Biblioteca provinciale “P.Albino” può contare su di un Fondo che è senza dubbio tra i più importanti del centro/sud Italia e che per valenza viene subito dopo quello del Cser di Roma. Come patrimonio abbiamo oltre 2000 volumi e oltre 400 riviste specializzate – ha spiegato Vincenzo Lombardi, Direttore della Biblioteca Albino -”.
“Non posso che fare il mio plauso al Centro Studi dell’Albino che grazie ai suoi studi pone l’attenzione verso una tematica di estrema attualità e che da sempre ha caratterizzato le genti del Molise, figuratevi che anche mio figlio è dovuto emigrare a Londra da circa due mesi per trovare lavoro. La cosiddetta “fuga di cervelli” è un problema molto serio e al quale come Istituzioni dovremmo porre rimedio anche in un periodo di forte crisi come quello che stiamo attraversando in questi tempi. Il Molise e l’Italia in genere sono state da sempre terre di emigrazione, ma oggi siamo diventati anche terre di accoglienza visto che il nostro Paese è diventato meta ambita per gli immigrati provenienti dai Paesi africani e d’Oriente – ha dichiarato il Presidente della Provincia Rosario De Matteis -”.
Quattro momenti di approfondimento e di riflessione che serviranno anche e soprattutto per rendere pubblici i dati e le ricerche condotte al di fuori dei confini regionali e nazionali.
“Per ciò che concerne il Venezuela l’indagine è stata condotta dal professor emerito dell’Università Centrale del Venezuela, originario di Santa Croce di Magliano, Michele Castelli che risiede in Venezuela dal 1970. Il suo lavoro ci permette di avere uno spaccato delle famiglie e della comunità molisana dagli anni ‘48-’50 fino ai nostri giorni. In Venezuela, vuoi anche per la facilità della comprensione e dell’apprendimento della lingua, la comunità molisana si è fortemente radicata nel tessuto connettivo e produttivo della locale società civile, diventando parte integrante di essa. L’indagine per la Germania, che ha visto una emigrazione decisamente diversa da quella del Venezuela, è stata condotta da diversi ricercatori italiani che sono stati coordinati da Frank Heins. La Germania è stata interessata, per così dire, da uno spostamento più momentaneo alla ricerca del lavoro, una sorta di mobilità più ristretta per ciò che concerne l’ampiezza temporale, ma altrettanto significativa. Proprio per questa sua particolarità è stata poco studiata ed approfondita. L’emigrazione per gli italiani e per i molisani in Germania è stata più complicata seppur molto cospicua visto che gli italiani vivevano quasi in una sorta di limbo tra l’Italia e la Germania con il continuo desiderio e sogno di ritornare definitivamente nel proprio comune di origine. Nel nostro Molise e nei nostri piccoli paesi sono diverse le case chiuse ma completamente arredate che restano a testimonianza dello status dei nostri emigranti in Germania che vivevano, a volte, sei mesi in terra tedesca e sei in Molise. Una vita vissuta in continuo transito che ha lasciato testimonianze vere e concrete in ambedue le Nazioni – ha spiegato Vincenzo Lombardi -”.
Ma il lavoro del Centro Studi sulle Migrazioni della Biblioteca provinciale “P.Albino” non si ferma certo qui. In attesa di pubblicazione ci sono le ricerche effettuate sia in Argentina sia in Uruguay.
Fonte: www.osservatoremolisano.it.