Castello Di Gambatesa: “Non Chiudeteci Le Porte”
8 Giugno 2011
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8 Giugno 2011
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Lettera A Vittorio Sgarbi

Di Vittorio Venditti

Continuando la nostra “Battaglia”, ecco che, da quel “pazzo” che sono, ho avuta la bell’idea di comunicare quanto sta succedendo, direttamente a chi, forse solo invitato, forse per sua Volontà di conoscenza, a suo tempo, ha onorato Gambatesa della sua presenza:
Vittorio Sgarbi.

Semplice, è stato trovare l’up-link per potergli scrivere.
Spero per Gambatesa, altrettanto semplice ricevere una sua risposta d’aiuto.

Ecco il messaggio:

Oggetto: Il Castello Di Gambatesa: Ce Lo Vogliono Chiudere!

Egregio Professore,
come detto in oggetto, noi Gambatesani, (Gambatesa in provincia di Campobasso, è un paesello nel quale Lei è stato qualche anno fa), stiamo per perdere l’unico Monumento che l’ha fatta incazzare per il fatto che, in una costruzione di qualche secolo fa, i “Moderni Soloni”, impiegati non si sa come, nelle varie sovraintendenze alle cosiddette Belle Arti, avevano “Restaurato” il maniero in oggetto, non secondo i canoni da Lei e da chi ne capisce Propugnati, ma, (e mi mantengo terra-terra), utilizzando materiale moderno e quasi da scarto.

Ricorda?

Lei si arrabbiò, e giustamente, per il modo in cui venivano trattati “TESORI”, forse sconosciuti, ma con un valore tutto da scoprire.

EBBENE:

Questo valore, riconquistato, forse in malo modo, ma che comunque stava aiutando a decollare la microeconomia di Gambatesa, ora, per non meglio definiti “Tagli alla spesa pubblica”, ci viene sottratto e ne viene determinata, (pare senza appello), la chiusura.

I miei genitori, pur avendo la “fortuna” di avere un figlio non vedente, hanno fatto in modo, (a prezzo di grossi sacrifici), di farlo studiare e, senza dargli alcuna somma di danaro, hanno dato a costui la capacità di essere educato con tutti, ma nello stesso tempo, di essere incazzato con quei pochi che, nonostante i loro guadagni, spesso da favola, tutto fanno per tenersi il posto di lavoro, tranne che far in modo che lo stesso continui a vivere.

E’ il caso del nostro Castello.

Il giorno del mio compleanno, (lo scorso trentun maggio), visto che di problemi non ce n’erano abbastanza, mi sono visto di fronte il Sindaco del mio paese, giustamente preoccupato, che mi consegnava copia di una strana circolare, di quelle simili alle circolari prefettizie, aborrite ufficialmente, ma totalmente trasposte dalla burocrazia in auge durante il ventennio.

La circolare in questione, prevedeva e purtroppo prevede ancora, che:
“Dal primo giugno, causa pensionamento del custode, il Castello di Gambatesa rimarrà aperto la domenica dalle otto alle tredici, e dalle quindici alle diciannove;
Il lunedì chiuso,
E, dal martedì al sabato, visitabile previa prenotazione da effettuarsi almeno tre giorni prima della visita”.

Il nostro Sindaco, Emilio Venditti, (non è mio parente), senza mezzi termini, constatata la necessità di riparare, (ed al più presto), ad un tale torto, (il Castello sta decollando, in fatto di presenze di visitatori, convegni e manifestazioni affini), quel giorno mi chiese di cominciare a pensare ad una riscossa per il paese, utile alla riconquista del nostro Monumento, e di ciò, che in termine economico, potesse e dovrà derivarne.

Utilizzando l’inutile sito internet che mi onoro di gestire e di sovvenzionare, (www.gambatesaweb.it), con l’aiuto del gestore di www.gambatesablog.info, di altri amici, ma comunque di Gambatesa tutta, emigrati compresi, stiamo imbastendo tale campagna.

Non Vogliamo Soldi!
Anzi: ci offenderebbe se qualcuno pensasse a cose simili, ponendoci alla stessa stregua dei soliti “meridiunali accattoni”.

Noi, con anche il Suo aiuto, l’aiuto di chi ha apprezzata la bellezza del nostro Maniero, desideriamo solo riappropriarci di quanto abbiamo in paese, per poterlo destinare ad un uso che, se da una parte, (previa magari un piccolo contributo per l’acquisto di un biglietto), possa dare a qualche nostro giovane concittadino, (laureato per le materie in questione), la possibilità di crearsi un posto di lavoro, dall’altra, senza dover volare troppo alti, renderebbe lo stesso nostro Monumento, VIVO, quindi ancora utile a dar forza ad una ricostruzione post-crisi, cui nessuno vuol credere pensando a lamentarsi ed a lamentarsi solo, esclusi noi, forse pochi, forse senza un centesimo, ma sicuramente pieni di buona volontà ed iniziativa speranzosa.

Se non è di troppo disturbo:
La Prego, Ci Dia Una Mano.