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Enews 370, giovedì 3 ottobre 2013

Di Matteo Renzi

Nazionale

1. Difficile scrivere quando hai negli occhi le immagini di quello che è accaduto a Lampedusa. Ne parliamo solo quando ci sono stragi o se ci va Papa Francesco.

La mia amica Cristiana Alicata ha pubblicato questo pensiero. Riempiamo di lacrime le nostre coscienze. Ma diciamo la verità, poi è comodo far finta di niente. A chi oggi mi ha detto: Vai a Lampedusa, rispondo dicendo che lì oggi servono le bare – come ha spiegato il sindaco Giusi Nicolini – non le lacrime del giorno dopo. La vera sfida non è solo piangere oggi per Lampedusa, la vera sfida è non dimenticarsene domani. E allora siamo seri. Bene ha fatto il governo a proclamare il lutto nazionale. Si cancelli la Legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina. Si assicurino alle patrie galere gli scafisti di morte. Si spieghi ai tecnocrati di Bruxelles che Lampedusa è Europa. Lampedusa è solo casualmente la costa dove si infrange un lunghissimo viaggio. Lampedusa è anche Firenze, è l’Italia, è l’Europa. E l’Europa non può essere solo il rigido formalismo degli accordi economici, ma deve coordinare anche una politica unitaria di accoglienza. Altrimenti abbasseremo lo spread, forse. Ma sotto lo spread resterà anche la nostra dignità.

2. Il Governo ha superato la crisi che un’allucinante decisione dei parlamentari e dei ministri del PDL aveva aperto. Oggi leggiamo di commentatori e politici che considerano storiche le ore appena vissute perché segnano la sconfitta interna di Berlusconi. Esiste – ha spiegato il premier Letta – una maggioranza politica che è politicamente più solida della maggioranza numerica. Nel mio piccolo ho dissipato ogni dubbio andando a incontrare il Presidente del Consiglio prima del voto di fiducia, esplicitando in modo chiaro che prima di qualsiasi ambizione personale – vera o presunta che sia – viene l’interesse dell’Italia. Posso dunque chiedere con ancora maggiore convinzione al Governo di fare quello che gli italiani si aspettano: voltare pagina, finalmente. Un incisivo progetto di riforma del Paese che ci consenta di tornare a crescere. Lo dobbiamo a tutti i nostri concittadini, in particolar modo a quel 40,1% di ragazze e ragazzi che cercano lavoro senza trovarlo, percentuale mai così alta nel dopoguerra. E a quei disoccupati che hanno toccato il 12,2%, cifra record da più di trent’anni, quasi il doppio di sei anni fa. Queste storie, queste persone, le loro famiglie chiedono che la politica faccia concretamente la sua parte. Venuto meno il ruolo determinante di Berlusconi, il Governo oggi ha una possibilità in più. Noi facciamo il tifo e diamo una mano perché la sfrutti, per l’Italia e per gli italiani.

3. Il Partito Democratico celebrerà le primarie, l’8 dicembre. Saranno primarie libere e aperte, per tutti. Non ci sarà obbligo di preregistrazione, non sarà necessario portare le analisi del sangue, non ci saranno i vincoli che peraltro non ci sono mai stati in tutta la storia delle primarie, tranne lo scorso anno. Bene! Possiamo farcela. Chi vuole iscriversi al PD potrà invece partecipare anche alla fase congressuale precedente (convenzione nazionale, congressi comunali e provinciali) e ovviamente porte aperte. Per chi vuole maggiori informazioni, vi prego di scrivermi a matteo@matteorenzi.it o di aspettare la prossima enews. Le primarie dell’8 dicembre e il congresso prima saranno occasioni importanti per il PD e per l’Italia. Per capire come vogliamo cambiare l’Italia. Per questo oltre al vostro voto, ho bisogno delle vostre idee, del vostro coraggio, delle vostre proposte. Vi prego dunque di farvi sentire, anche per aiutare me e gli amici che sosterranno la candidatura a trovare le proposte più adatte: conto molto sull’aiuto del popolo delle enews, ormai ci conosciamo. Qual è, secondo voi, la priorità oggi per l’Italia? Cosa vi aspettate dal PD? Quale singola proposta vi sembra più urgente per rimettere in moto la speranza nella politica, dopo tutti i teatrini squallidi di questo periodo? Scrivete, vi leggo: matteo@matteorenzi.it

Firenze

Grazie per i vostri commenti sulla città, mi sono stati preziosi.

I. Vi chiedo di partecipare – se volete – alla discussione sul futuro di Firenze che è aperta sul sito del Comune a proposito dei 100 luoghi che stanno cambiando la città. Un’operazione di partecipazione democratica che prosegue da quattro anni. Ci si accede da questo link 100luoghi.comune.fi.it. Grazie per la vostra collaborazione: libertà è partecipazione.

II. Se non sapete cosa fare di meglio qui c’è il video dell’intervento in consiglio comunale come bilancio a proposito dei mondiali di ciclismo. Graditi, come sempre, i commenti: sindaco@comune.fi.it

III. Un Teatro è il luogo della magia, la casa della speranza. Chiusa l’ETI, volevano chiudere la Pergola, magari per occuparla e farla diventare un bene comune come altrove. Con tutto il rispetto che si deve a chi ha fatto altre scelte io dico che oggi il Teatro della Pergola è un bene comune, che produce cultura, dunque bellezza. Oggi abbiamo inaugurato la libreria, la nuova pavimentazione della sala, altri spazi. Seguiranno lavori per circa quattro milioni di euro. Perché questa amministrazione sulla cultura investe. E il bene comune è quando un teatro è per tutti, non solo per qualcuno.

IV. C’è un asilo nido in più a Firenze. È al Palazzo di Giustizia, il primo in una struttura giudiziaria. Ne siamo fieri. Mi prendono in giro per questa fissazione degli asili nido. Ma il futuro passa di qui.

V. Ci sono 52 alloggi popolari in più a Firenze. In via del Pesciolino, periferia nord della città. I prossimi a Pontignale. In attesa che il Governo sblocchi i grandi contenitori dismessi, a partire dalla caserma dei Lupi di Toscana che da sola risolverebbe larga parte dell’emergenza abitativa della nostra città. Perché, perché, perché dobbiamo avere spazi pubblici vuoti e abbandonati con la fame di case che c’è in questo periodo? Continuiamo a chiederlo, ma nel frattempo facciamo cose concrete.

Pensierino della sera. Prima il PDL al Senato, poi i leghisti e il Movimento 5 Stelle hanno attaccato duramente, alla Camera dei Deputati, Firenze e il suo sindaco perché nel decreto cultura voluto dal ministro Bray ci sono dei provvedimenti per la nostra città. In particolar modo hanno suscitato scandalo gli 8 milioni di euro per completare il progetto Grandi Uffizi (ne mancano ancora 30, peraltro) e l’intervento su tredici fondazioni lirico-sinfoniche, tra cui il Maggio Musicale. Ora, è possibile trovare qualcuno – anche tra i destinatari della newsletter – che avendo votato Grillo o Berlusconi o Lega spieghi ai propri rappresentanti in Parlamento che stiamo parlando degli Uffizi, non di casa Renzi? Considerare il finanziamento del più visitato museo italiano una marchetta al sindaco di Firenze dimostra un’incredibile, allucinante, meschina mediocrità. Pago il biglietto io di tasca mia ai parlamentari di quei partiti che hanno fatto polemica su questo stanziamento: facciamo loro vedere gli Uffizi dove probabilmente non sono mai stati. E chissà che la bellezza non li colpisca al cuore. E, magari, li faccia persino rinsavire. Come? Chiedo troppo, dite?

Un sorriso,
Matteo

P.S. Segnatevi la data in agenda. Dal 25 al 27 ottobre è di nuovo Leopolda… Ne parliamo la settimana prossima.