Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet
Dov’Eravamo Rimasti?
Ah, qui! Sì, perché qui dissi che volevo vedere come andava a finire.
Ed è finita proprio bene!
Non scherzo: Se non fosse aumentata l’I. V. A., avremmo avuto l’aumento della benzina e di quanto possibile per rapinarci di più e meglio.
Nel frattempo, chi doveva pensare ai fatti suoi parandosi il popò dietro quest’aumento, lo ha fatto comunque facendo cadere il governo, così, come lo Stesso se ne è altamente fregato del fatto che per non farci pagare la prima rata dell’I. M. U., ci ha obbligati a dare sangue sotto altra forma, la forma che speriamo non ci colpisca di nuovo, nonostante l’odierno aumento.
E che succede sul fronte servizi?
Registriamo da ieri una bella notizia… Non per noi ovviamente!
A Riccia e per i commercianti di Campobasso è iniziata la raccolta differenziata, mentre il nostro Sindaco pensava a Manifestare… Come se poi la Frattura insanabile si potesse rimarginare con l’intervento di uno sparuto gruppo di riciclati alla guida di un nutrito gruppo di pecore che magari fino a ieri hanno mangiate le briciole cadute da cotanta tavola, uniti ai soliti studenti che le trovano e le provano tutte, pur di farsi spago, (così si dice da queste parti “marinare la scuola”), in vena di mettersi in mostra.
Una cosa però mi dà ancora speranza: Ho avuto modo di vedere i primi volantini pubblicitari di vari negozi che giornalmente ci ammorbano, e parlo di quelli che partono da ottobre, vale a dire da quando l’I. V. A. è passata al ventidue per cento; ebbene: I prezzi sono stabili, segno che, almeno per ora, il balzello è a carico di chi si è lamentato e si lamenta per la caduta dei consumi, quei commercianti che, ricordo a me stesso, con il cambio lira/euro, hanno raddoppiati i prezzi, complice il governo di Silvio Berlusconi, politico che oggi si erge a bandiera del divieto di aumenti, all’epoca bellamente ed interessatamente non visti.
Insomma: Se è vero che abbiamo presa l’ennesima Supposta, almeno possiamo dire per una volta che abbiamo evitato il “correttivo”, forse più deleterio della medicina in questione.