Di Vittorio Venditti
Ogni Pazienza Ha Un Limite
Giust’appunto nei giorni scorsi, si è verificato l’inizio di quanto, da tutti ufficialmente non desiderato, sotto sotto, da molti auspicato:
La Ribellione Popolare.
Tutto è avvenuto perché a qualche “solone”, ben stipendiato a nostre spese ma messo a riscaldare una poltrona da amici compiacenti, è balenata l’idea di dire, in maniera nuda e cruda quanto tutti sappiamo, e cioè che il lavoro degl’italiani costa troppo, per cui non va più d’accordo con le leggi di mercato, che per questo, e per altri motivi, non ultimi quelli di pura speculazione, preferiscono approfittare di lavoratori meno esosi e più inclini a farsi sfruttare.
Oggi siamo arrivati a questo; ma di chi è la colpa?
Come al solito, sarebbe da immaturi fare una selezione in merito e dare la croce solo ad una parte, visto che quando si convive, ognuno per la sua parte, ha meriti e colpe.
Volendo fare una rapida analisi del problema, (tenendoci sul superficiale), dobbiamo dire che, forse…., la troppa sindacalizzazione, invece di portare solo il giusto benessere, auspicato dai progetti di tutti i sindacati, ha portato a delle storture che oggi si riflettono innanzitutto su coloro che avrebbero dovuto beneficiare dei progetti stessi.
Fatta questa brevissima analisi, mi corre l’obbligo di stigmatizzare, fra l’altro, il comportamento di certo “politicame” che, vistosi invaso, non ha trovato di meglio per rispondere a tanta disperazione, che tacciare gli operai arrabbiati di camorrismo.
Chi glie lo dice a questi “amministratori”, che la camorra è più adatta al loro modo di agire in politica, che alla fame di questa gente?
Comunque, posto che sia camorra il difendere il diritto di sopravvivenza, ben venga, a fronte della vera camorra, quella a cui, i politici che si lamentano, giocano, giorno per giorno, utilizzando come pedine proprio quei “camorristi” che lottano, (giustamente a mio avviso), per sopravvivere, far sopravvivere i loro figli, e, in qualche caso, nonostante tutto, che sono così scellerati da scommettere su una nuova vita, da far nascere secondo gli auspici degli “amministratori” di cui sopra, ma senza le opportune garanzie sulla futura prosecuzione dell’esistenza della nuova vita stessa.