Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Un Autore, Un Poeta, Un Molisano
Ogni promessa è debito, per cui, essendomi impegnato con Aldo Ricciardi, (qui, durante la seconda serata eliminatoria del ventiquattresimo festival della canzone dialettale molisana, manifestazione della quale fra qualche giorno tornerò a sparlare), essendomi impegnato, dicevo, non posso tirarmi indietro, ne voglio, dal recensire il suo Lavoro, racchiuso in sei C D, da me acquistati dalle sue mani, la sera dello scorso ventisette luglio, durante la corrida di Gildone.
Già detto dell’impegno del Nostro nell’imprimere il sentimento della molisanità a partire dai bambini, eccoci a confermare quanto già detto in riferimento al saper scrivere e cantare di Aldo, cosa che se ti dovesse capitare di ascoltare i suoi dischi, non potrai che confermare anche tu.
Aldo scrive e canta fondamentalmente canzoni malinconiche e nello stesso tempo profondamente radicate nella molisanità, espressa in modo chiaro, ma a mio avviso considerando poco il dover essere ottimisti.
Nelle sue canzoni infatti è raro trovare l’allegria di polka e tarantella; va detto però, che quando ci s’imbatte in questi ritmi, lo si fa alla grande, e, almeno in me, è sorta quella voglia di ascoltare, dimenticando tutta la malinconia delle altre canzoni.
Altri brani, (esempio Sciore de vosc), se pur allegri, parlano di qualcosa di nostalgico a cui pensare, ma si fanno ascoltare e ricordare; io infatti, questa canzone la ricordo partecipe di una delle prime edizioni del festival della canzone dialettale molisana, ed oggi, risentendola rimasterizzata e riarrangiata, mi ha data la stessa sensazione che danno i film del grande Totò: li vedi e lo fai con lo stesso interesse e la medesima avidità che ti prende nel guardare opere del genere per la prima volta, anche se magari hai già guardato e riguardato il film in questione.
Come detto, la stessa sensazione la provi ascoltando certe canzoni di Aldo, nonostante in qualche caso, i nuovi arrangiamenti siano un po’ troppo barocchi, (vedi le ultime versioni di Mulise).
In definitiva: La solita vitalità di Aldo Ricciardi, me lo fa ricordare come se ancora oggi fosse a capo degli “Amici del Fiume”, (Complesso campopetrese), quegli amici del fiume che già agli inizi degli anni ottanta ci venivano a trovare a Gambatesa proponendo quelle canzoni intrise di molisanità, che tanta strada hanno fatto e tanta ne faranno, con il contributo di chi, Autore, Poeta, Molisano, si sta impegnando a non far morire un sentimento d’appartenenza al Molise per l’appunto, continuamente violentato dalla globalizzazione che pretenderebbe di omologarci, eliminando quelle differenze che se discusse, anziché imposte, sarebbero solo il sale che ci renderebbe tutti più colti e meno distanti dal Prossimo