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La Pubblica Illuminazione

Di Vittorio Venditti

Ma La Corrente Che L’Alimenta: E’ Di Tutti?

No…, perché se fosse così…

Già ho farneticato in tema, da un altro punto di vista, (qui per rileggere quanto in argomento); oggi, sulla scorta di lamentele proposte dal municipio, riferite ad un paio di farneticazioni di inizio mese, andiamo a toccare una sfaccettatura del tema medesimo che, se pur a conoscenza di tutti e da anni in essere, pare che non venga considerata, probabilmente per quieto vivere, più verosimilmente per il fatto che, come al solito, a generarne gli effetti siano spesso personaggi vicini al municipio stesso o imparentati con qualcuno di coloro che lo “abita” stabilmente.

Ma di che sto blaterando?

Della leggerezza con la quale in diversi si allaccino ai fili che portano la corrente che alimenta i lampioni della pubblica illuminazione.
E’ infatti possibile osservare, nel centro storico ma non solo, fili che uscendo dalle scatolette di derivazione che forniscono la corrente ai lampioni, alla chetichella, entrano nelle case adiacenti le scatolette stesse.

E’ un vezzo non solo italiano, quello di rubare la corrente; se ne parla quando si getta fumo negli occhi del popolino con attacchi in forze ai santuari della Camorra, come se quei santuari fossero nati dal niente e senza che chi ci governa o fa parte delle forze dell’ordine ne sapesse niente.
Si parla meno però di questi piccoli furtarelli, che sommati, incrementano quel debito che poi, tutti insieme, siamo costretti a pagare.

Anni fa, visto che l’interesse era generale, comitati o Pro Loco, quand’era possibile, collegavano i piccoli impianti d’amplificazione utilizzati per piccole festicciole alla rete di pubblica illuminazione, con il placet delle amministrazioni che nel tempo si sono susseguite al governo di Gambatesa, cosa che oggi è stata, almeno per il momento, vietata.
Parimenti, sempre da anni, c’è chi si allaccia a tal rete, portando allegramente un supplemento di fornitura di energia elettrica, sia pur limitata agli orari di accensione dei lampioni, in casa, magari per alimentare piccoli condizionatori che, con i canonici tre KW, farebbero saltare senza dubbio alcuno il contatore domestico.

Nei giorni scorsi, gambatesaweb si è occupato, (fotografandoli), dei materassi che erano stati gettati nei pressi del Castello, (qui se vuoi rileggere il fatto) ed a stretto giro di posta, ha riproposto l’annoso problema della raccolta differenziata a Gambatesa e di come, quest’ultimo fardello venga trattato, (qui volendo leggere di questa storia), suscitando la reazione stizzita di Domenico Giorgio, (ptacciar), che poi è il tecnico comunale, il quale, chiamato Donato Codianni, (sdanghin), uno dei due spazzini, quello che si occupa di raccogliere l’immondizia dai cassonetti con il camioncino, lo ha redarguito con parole che, riferite a me da Donato stesso, dovrebbero suonare più o meno così: “Ma che vai a dire a Salvatore che poi lo riferisce a Vittorio che poi lo scrive sul sito! La, quei materassi ci stanno, ma noi che ci possiamo fare!”.

Come se poi noi non fossimo in grado di sapere cosa trovare buttato per il paese.
Come se poi noi avessimo bisogno di farci imbeccare, girando comunque per Gambatesa.

Va da sé che io so benissimo che fine abbiano poi fatta quei materassi, ma spetterebbe alle autorità che a Gambatesa non esistono, indagare e risolvere un problema che se vogliamo è anche importante, come quello del conferimento dei beni durevoli e dei suoi attuali risvolti…

Ma questa è un’altra storia.

La verità vera, o Domenico, (posto che Donato si sia espresso in maniera compiuta), è che siamo noi cittadini a voler sapere come e dove buttare i beni durevoli e quando inizia la tanto chiacchierata Raccolta Differenziata.
Tu ed altri, siete in municipio, lautamente pagati, proprio per risolvere questi problemi e rispondere a questi quesiti, non siete lì per porre le domande in questione ai cittadini che pagano le tasse per ottenere dei servizi e vengono regolarmente presi in giro, magari proprio con la riproposizione di questo dire.

A margine, va detto che lunedì diciannove agosto mattina, parlando del problema “sicurezza” con il Sindaco, il nostro mi ha detto che ciò non è di sua competenza; ha aggiunto però che il problema “allacci abusivi” è di competenza del municipio e che se rilevato, darà adito a denunce contro i furbetti del paesino.

Rimpalli di responsabilità?
Interessi terzi?

Fa tu; io ormai mi rifiuto anche di pensare a come dipanare questa matassa.

E’ dunque in quest’ottica e, volendo essere buono, che propongo al mondo l’esistenza del problema degli allacci abusivi, tema già proposto a suo tempo in privato al municipio di Gambatesa, tema regolarmente non risolto, tema che per ora tratto superficialmente e senza proporre quelle foto che tanto fastidio danno.
Mi comporto così nella speranza di veder eliminati quegli allacci, senza per forza dover far del male a chi quel male dovrebbe comunque ricevere.
Fra un mese però, dovessi constatare lo status quo, fatte le foto e pubblicate queste su gambatesaweb. Da cittadino mi rivolgerò alle forze dell’ordine per denunciare la cosa, oltre all’immobilismo in merito che spero di non dover riscontrare.

Ovviamente, vista la situazione, proporrò denuncia rivolgendomi a stazioni di Campobasso, atteso che (come già detto), a Gambatesa, dopo quanto accaduto sabato diciassette agosto a mio fratello, io possa ritenere senza ombra di dubbio che non vi sia più una stazione dei carabinieri a servizio dei cittadini.

A Proposito:

Radio “Fante”, in questi giorni sta insistentemente facendo girare la voce che, pare… a breve… verrà sostituito il comandante di quell’ufficio che risponde al nome di “Caserma Dei Carabinieri Di Gambatesa”: Sta a vedere che possiamo tornare a sperare di avere nuovamente i carabinieri a nostro servizio e per la nostra sicurezza!

Sarebbe bello: Ma siamo in Italia…

Quindi?