Di Stefano Venditti
Andrea Iannetta, Storia Di Un Campione Dentro E Fuori Le Arene
Con le vittorie ottenute nei due tornei Nrha internazionali che si sono disputati sulla sabbia dell’arena della cittadina austriaca di Newstade, nei pressi di Vienna, Andrea Iannetta ha consacrato sul campo di gara la sua piena maturità sia come atleta sia come preparatore ed allenatore sia di se stesso sia del suo inseparabile compagno di gara: il mitico Little Sugar Speedy.
Per la prima volta in assoluto nella sua brillante carriera, infatti, Andrea Iannetta ha preparato, organizzato e sondato ogni piccolo dettaglio sia del viaggio che da Campobasso lo ha condotto in Austria sia la parte strettamente tecnica relativa al cavallo e all’allestimento delle due gare.
Nella cittadina di Newstade, dunque è sbocciato definitivamente tutto il talento e la determinazione di un ragazzo campobassano, appena ventenne, che è un campione sia sul campo di gara sia al di fuori delle transenne.
Un giovane studente che con dedizione, sacrificio e passione riesce a portare avanti, in contemporanea, due carriere ambedue importanti: quella universitaria e quella di atleta professionista.
Risultati di tale portata non giungono mai a caso se dietro non c’è una assoluta dedizione ed un lavoro quotidiano che ha come obiettivo primario quello di creare un binomio formato da due entità differenti ma che agisce come se fosse un’unica mente, un solo cuore, un solo animo.
Un’intesa quella nata tra Andrea e il suo cavallo, chiamato dai più Piombino a causa della particolarità del suo mantello, che parte da lontano.
“Little Sugar Speedy o Piombino che dir si voglia è il cavallo che ogni cavaliere sogna di poter trovare nella sua vita.
Tra di noi è nato e maturato un rapporto di reciproco rispetto che va al di la del puro aspetto sportivo-agonistico.
Viviamo quasi in simbiosi ed ognuno riesce a riconoscere i difetti e le qualità dell’altro.
Da sempre Little Sugar Speedy mia ha dato il cuore in ogni gara, così come io ho sempre avuto una forte devozione nei suoi confronti.
E’ un rapporto talmente speciale che, figuratevi, riesce anche a riconoscere il rumore della mia macchina ogni volta che mi reco al maneggio.
Scherzando, ma non troppo, a volte con i miei amici dico che se Little Sugar Speedy fosse stato una donna, sarebbe stata da sposare!
Tra di noi non servono parole, basta guardarci negli occhi ed è subito tutto chiaro.
L’alchimia che è nata negli anni tra di noi è alla base delle vittorie che abbiamo ottenuto”.
Un legame profondo che, guardando Andrea negli occhi, si comprende appieno visto che quando parla del suo compagno a quattro zampe gli occhi si illuminano di una luce particolare, quella luce particolare che si ritrova solo in chi riesce a provare delle sensazioni ed emozioni che è difficile poter esprimere a parole.
“E pensare che quando il cavallo aveva 5 anni – continua Andrea – volevo venderlo, ma poi, decisi di tenerlo e dopo appena un anno e mezzo vinsi la mia prima medaglia d’oro agli Europei di Raining.
Sembra quasi una storia di due innamorati quella tra me e Little Sugar Speedy, anche perché siamo cresciuti insieme, lui ora a 11 anni e io 20, e insieme siamo maturati e diventati un unico essere”.
Dopo le due gare disputate a Newstade Andrea dovrà subito concentrarsi sulle altre tre mancanti per completare la stagione e per vedere se riuscirà a salire, quantomeno, su uno dei gradini del podio finale dei Mondiali, se non addirittura sul gradino più alto, almeno è questo l’auspicio che si augurano tutti i suoi sostenitori.
“Ritornare dall’Austria con un simile risultato mi ha reso ancor di più orgoglioso del lavoro che ho svolto in fase di preparazione.
Voglio dedicare questa doppia vittoria a due grandi famiglie: ai miei genitori e alla famiglia Bortolani”.
Il tempo di riprendere fiato e poi Andrea si dovrà rituffare negli allenamenti quotidiani visto che a fine settembre è prevista la prossima tappa che si svolgerà a Lione.
Un ragazzo vincente sotto ogni punto di vista che è riuscito a mantenere la sua integrità morale, la sua semplicità, la sua spontaneità di uno studente della sua età, ed è proprio questa la sua arma vincente.
Una vita ricca di soddisfazioni quella di Andrea che, però, ha ancora un desiderio da voler realizzare.
“Vorrei che il Raining o qualsiasi altro sport che è legato al mondo equestre potesse avere lo stesso risalto, la medesima attenzione, lo stesso spazio sugli organi di stampa nazionali e regionali del calcio.
Anche noi siamo atleti e quotidianamente facciamo dei sacrifici forse anche più grandi dei calciatori, ma non abbiamo la stessa risonanza mediatica.
La vita mi ha regalato forse anche di più di quello che un ragazzo della mia età potrebbe desiderare, ma mi riterrei completamente appagato se in un futuro non troppo prossimo possano essere abbattute tutte quelle barriere che dividono i cosiddetti sport “maggiori” da quelli “minori””.