Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
(Audio Live), Di Vittorio Venditti
(Altri Audio), Presi Da Internet
(Collaborazione), De “Il Segreto Di Pulcinella”
Così Si E’ Rovinato Il Nostro Festival
Avevo detto che sarei tornato a parlarne ed eccomi qua, con il dispiacere nel cuore, dispiacere di chi, per forza di cose, in possesso di certe informazioni, rigorosamente verificate e ritenute attendibili, non può far altro che porre il tutto all’esame della tua intelligenza, nella segreta speranza di essere smentito.
I Fatti:
Già durante le serate che hanno visto protagonista il ventiquattresimo festival della canzone dialettale molisana, mi sono permesso di esprimere forti dubbi sulla genuinità del risultato che via via si formava, in merito al quadro che ci veniva presentato.
Ho parlato di canzoni copiate, della cui fonte ho proposto il link con l’MP3 che puoi scaricare, così, come ho detto che la canzone poi giunta terza, non era altro che il rifacimento scimmiottato di quanto da sempre ogni squadra canta, durante la notte di capodanno a Gambatesa.
Ho preso bonariamente in giro Sergio Paliferro, che ho ringraziato per i ritornelli che ci dona, musica che inevitabilmente finisce fra quanto le squadre di cui sopra, suonano sempre durante la Santa Notte ed infine, nonostante il mio pronostico avesse altre mire, ho lodata la bellezza della canzone vincitrice, che a dire di molti, nell’ascoltarla fa venire la pelle d’oca: Mai mi sarei aspettato quanto sto per scrivere.
Già da quella sera, più di qualcuno ha lamentata la superficialità con la quale l’organizzazione del festival ha disposto l’esibire le canzoni in gara, rimarcando il fatto che il livello e la qualità, erano infinitamente diversi, fra la prima e la seconda eliminatoria, dire al quale io mi sono accodato, ravvisando quella differenza.
A seguire però, ecco l’intervento del nostro servizio segreto di fiducia, che con vari dispacci di vari agenti, ha sentenziato ad esempio, “che la canzone giunta terza in classifica, era già stata proposta a Montenero di Bisaccia, e che la notizia proveniva dalla trasmissione di Telemolise “Onda Su Onda”, trasmissione vista dall’agente denunciante proprio ieri.
Altro poi, e ben più grave fatto, riguarda la canzone vincitrice del festival, quella “Liri” proposta dal complesso Qifti, canzone per niente inedita, visto che in precedenza aveva già vinto un premio: Qui la fonte.
Ma non Finisce qui:
Qui, ti propongo l’audio della canzone vincitrice, da me registrato durante la serata finale del festival;
qui invece, ecco il motivo dal quale riteniamo provenga la base musicale della canzone stessa,
motivo che ti ripropongo anche in MP3 per permetterti di fare il confronto, estrapolando la nostra ragione “dal 35o secondo cambio tonalità al 45o secondo.
Qui, per ascoltare una versione più limitata ma che dà meglio il senso di ciò che l’agente de “Il Segreto Di Pulcinella” vuole spiegarci,
[ITA] Narnia 3 preview soundtrack [anteprima colonna sonora]
anche questo rimesso alla tua pazienza in MP3 per l’eventuale paragone.
Qui se vuoi esaminare quanto sto blaterando, considerando le dieci migliori colonne sonore epiche, (vedi dal minuto 3,45 al 3,60),
brano del quale qui trovi il link.
Insomma: Senza troppi giri di parole, secondo me ed i miei agenti di fiducia, la canzone vincitrice del ventiquattresimo festival della canzone molisana non è altro che un ben riuscito plagio.
Ed ora?
Chi ripara a questa figura marrone?
Di chi è la colpa di tutto questo scempio?
Già da parecchio, abbaiando alla luna, ho farneticato del fatto che certe manifestazioni vadano organizzate per tempo; le canzoni del festival di San Remo ad esempio, non vengono consegnate a fine gennaio per essere proposte nel mese di febbraio, ma sono presenti davanti la giuria da almeno tre o quattro mesi prima, in maniera tale che possano essere ben spulciate e valutate in tutte le sfaccettature.
Va poi detto, che se si vuole ampliare l’orizzonte del festival, andrebbe considerata anche l’ipotesi di costituire una giuria seriamente in grado di conoscere ogni prospettiva dei brani e degli esecutori che si vogliono proporre, ciò, anche per evitare stupidi pregiudizi e maldicenze che ora, per esempio, non esiteranno ad essere espettorati dai “sapienti” di turno.
L’altra sera e ieri pomeriggio però, parlando dell’argomento con Pasquale Abiuso, (il presidente della Pro Loco, ente organizzatore del festival in questione), il Nostro mi ha testualmente detto: “Non infierire sulla giuria, perché rischiamo di non averne una il prossimo anno”.
A questo proposito, faccio mia la proposta giuntami con il dispaccio dei link, secondo la quale: “Un Festival basato solo sulla giuria tecnica è destinato a finire presto, si veda il caso San Remo riformato per tempo da Pippo Baudo con l’invenzione della giuria demoscopica.
Premesso che il regolamento del Festival all’art. 1 parla di canzoni rigorosamente inedite, nulla si chiarisce in merito alle citazioni (non plagi) sia di testi che
di musiche di altri.
Infelice oltremodo la scelta di selezionare le canzoni già dalla prima serata.
Andavano prima ascoltate tutte e poi selezionate la seconda sera tra tutte e 22 anche per una questione di probabilità.
Inoltre la prima sera sono state concentrate canzoni “giù di tono” tant’è che la giuria aveva l’imbarazzo su quali tenere, invece la seconda tutte le altre tant’è che la giuria aveva l’imbarazzo su quali scartare!
Questa scelta, come detto infelice, ha fatto si che venissero accolte qualificate e premiate canzoni praticamente con “citazioni” e scartate quelle scritte da zero nei testi e nelle musiche.
Premesso che la citazione non è plagio, nè reato è una pratica subdola, abbandonata persino nel cinema (è possibile fare citazioni di scene o trovate sceniche fino a 2 minuti massimo) e che denota la mancanza di creatività.
Per me la citazione in musica e sopratutto in poesia è analfabetismo musicale e poetico rispettivamente.
Proviamo quindi ora ad esprimere dei pareri da giurato popolare Ed allora vediamo prima le citazioni e poi le originalità:
1) Ninna nanna boianese (musica quasi esatta a “What a wonderful world di Luis Armstrong)
Esito: passata in finale!
2) U blues di San Martino (musica quasi esatta ad Azz di Federico Salvatore e Testo della omonima canzone citata “Azz”; inoltre l’architettura del testo è copiata pari pari da “Che fantastica storia è la vita di Antonello Venditti”
Esito: passata in finale!
3) A fond e balle (musica esatta per più di 8 battute a “Che si mangiò la zita” e Citazione pedissequa della Taranta leccese “Lu santu Paulu meu de la Taranta”; il testo è privo di qualsiasi forma metrica, retorica e grammaticale!
Esito: classificata terza
4) A vagliola e la Colomba: (citazione musicale di se stesso, musica scontatissima senza alcun accadimento melodico, armonico e ritmico, melodismo antiquato e fermo, inoltre l’incipit del ritornello è la citazione magistrale e rallentata di Riderà di Little Tony. Il testo non ha molta cura in quanto si ripetono spesso dei termini la metrica è poco curata e la grammatica pure
Esito: classificata seconda
5) Liri dei Qifti (musica citata magistralmente dal tema del film “Le croache di Narnia 1 e 3 di Gregson-Williams e David Arnold: si noti in particolare l’incipit, il successivo cambio di tonalità e l’uso dello sfondo epico con riverberi ed effetti elettronici usati tali e quali dal gruppo).
Inoltre si noti come la musica vincitrice faccia sempre lo stesso dall’inizio alla fine appunto per la mancanza di creatività per colpire ed affumicare con il tono epico del Tema i giurati, ma non noi. Bravi!
Esito: Vincitrice del Festival
6) A mamm du viend di Tirabusciò: musica già trita e ritrita, testo lunghissimo dove la metrica è un optional, la rima pure, lo schema ritmico dovrei studiarlo ma non me ne importa ormai, le figure retoriche un lontano ricordo. Inoltre l’input letterario è citato dalla tradizione sarda:Nel folklore sardo sa Mama ‘e su Sole (la Madre del Sole), era una creatura fantastica utilizzata per spaventare i bambini che non volevano andare a dormire;oltre a sa Mama ‘e su Sole, si narra che esistesse anche sa Mama ‘e su Frittu (la Madre del Freddo), sua sorella e controparte invernale. Poi c’erano sa Mama ‘e su Fogu (la Madre del Fuoco), per spiegare ai bimbi il fenomeno degli incendi, e sa Mama ‘e su Ventu (la Madre del Vento), la quale appariva quando soffiavano il forte Maestrale o la Tramontana. Questi ultimi due venti sono proprio così trattati nella canzone
Esito: premio miglior testo
Adesso vediamo coloro che hanno tentato la strada dell’originalità
1) Antonello Moffa: bravo, uno stile tutto suo che mi ricorda Sergio Endrigo nelle tematiche, testo curato e musica pure
Esito: premio della critica
2) Giuseppe Moffa “u scem du paes” Un pezzo di musica da camera scritto con i controattributi con melodismo incredibile!
Esito: non considerato
3) Giuseppe Moffa Andò u temp ‘nge stà: Un Lieder praticamente scritto sempre con i controattributi e ben eseguito
Esito: non considerato
4) U lupe ffamate di Di Memmo: testo curatissimo per addetti ai lavori. Mi ha ricordato il de Andrè della guerra di Piero
Esito : non qualificato
5)Samuel: canzone senza alcun impegno politico: e meno male che parlava della guerra!
Esito: non qualificato
6) Chi apparten a l’om aeserniensis: canzone dal testo criptico (dove la rima e lo schema ritmico dettano l’ordine, la metrica la disciplina e dove le figure retoriche, dagli enjambement alle sinedocche, dettano la grazia); troppo antiquata e difficile da capire: appunto perché ferma a 700.000 anni fa all’homo Herectus . E chi u capiv!
Esito: non qualificato
Ecco: l’originalità lo sforzo verso l’inedito e l’innovazione non hanno avuto alcun riscontro invece le nenie, le serenate, le ninne nanne, le tarantelle e le citazioni i migliori riconoscimenti. E meno male che deve crescere il Festival! Auguri!”.
Dovrebbe dirla lunga su ciò che anch’io che ti tedio, pensi del festival appena concluso.
Va aggiunto però, che se proprio dovesse verificarsi la iattura paventata da Pasquale Abiuso, non dovremmo aver problemi a riparare al danno, visto che a Gambatesa quasi tutti mastichiamo di musica, per cui, alle brutte, potremmo costituire una giuria di gente scelta a caso, e proporre giudizi sicuramente dilettantistici ma senz’alcuna pretesa di farli passare per professionali nel campo, e soprattutto senza l’incombenza di doverli far pagare sonoramente all’organizzazione del festival medesimo.
In definitiva: Io non so come verrà appianato l’inghippo, e sinceramente non m’interessa neppure saperlo; Si vocifera di ricorsi da presentare e di richieste di restituzione dei premi, con conseguente nuova riunione della giuria e nuova assegnazione, così, da rimestare nel torbido infangando ancora meglio quanto già risulta sporco; a me basta aver registrato ancora una volta il saper essere superficiali in tutto, proposto dai nostri compaesani e recepito anche da fuori da chi, ovviamente, ci ha provato ed è riuscito nell’intento di portare a casa qualche soldino, cosa altamente legittima, cosa salutare in questi momenti che tutti si affannano ancora a definire di crisi.
E scusa se è poco!