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Il Festival Visto Da Lontano

Di Stefano Venditti

Cari lettori di Gambatesaweb,
come di solito avviene in queste pagine si cerca di dare risalto alle opinioni di tutti, di tutti coloro che amando talmente tanto la propria regione, la propria città, il proprio paese, vogliono attraverso lo stimolo della parola e della riflessione porre all’attenzione della comunità, o di coloro che hanno la pazienza di leggerci, alcuni aspetti degli avvenimenti che si susseguono su tutto il territorio regionale e che, forse, sfuggono ai più, non per criticare a prescindere, come soleva esprimersi il grande Totò, ma per tentare di far crescere e maturare l’intero Molise dove a volte l’improvvisazione prevale sulla professionalità.

Prima di esprimermi sul festival della canzone dialettale molisana targato 2013 colgo l’occasione per porgere i miei più sentiti complimenti e rinnovata stima alla Pro Loco e a tutti gli organizzatori, con in testa Pasquale Abiuso, che anche quest’anno ci hanno regalato delle serate indimenticabili.
Dopo i complimenti, però, qualche piccolo appunto da chi l’anno scorso ha potuto apprezzare “in prima fila” la bellezza e la storia di una manifestazione che fa parte a pieno titolo della cultura del nostro Molise, facevo parte della giuria, e che quest’anno si è dovuto accontentare, per così dire, delle dettagliate cronache di Vittorio e company Forst.
Per motivi di lavoro e perché con grande felicità annuncio che sto per diventare papà, quest’anno non ho potuto seguire da vicino la kermesse anche se mi ero ripromesso l’anno scorso di presenziare a tutte le serate.

Nella vita, però ci sono delle priorità da dover rispettare!

A questo punto faccio parlare il mio alter ego, vale a dire il giornalista, il professionista che da anni si occupa di comunicazione e di dare il giusto risalto a tutti gli eventi che, come addetto stampa, passano tra le mie mani.
Malgrado i consigli che nella passata edizione tutti noi che abbiamo fatto parte della giuria abbiano dato in maniera assolutamente gratuita e senza alcuna presunzione all’organizzazione, tanto è vero che dissi a Riccardo che mi contattò l’anno scorso che per me era un onore poter far parte della giuria, vedo, con dispiacere, che quest’anno sono state commesse delle piccole disattenzioni, sicuramente non dolose.

Non so se quest’anno si ripeterà lo speciale di “Un Viaggio in Molise di Telemolise”, ma dal mio punto di vista è assolutamente un autogol affidare ad un solo organo di stampa la cassa di risonanza del festival, giocandosi in questa maniera a livello potenziale anche un rapporto di reciproca collaborazione con le altre testate.
Nulla contro i colleghi di Telemolise e Giuseppe Carriera nello specifico che è tra i migliori giornalisti e non solo presenti sul territorio, ma credo che si debba completamente rivedere il settore comunicazione esterna e interna del festival.

Qualcuno potrebbe obiettare tu parli così perché quest’anno sei stato sostituito in giuria, ma sbaglierebbe alla grande!
La decisione di chiamare in giuria, anno dopo anno, un giornalista diverso è assolutamente perfetta da parte dell’organizzazione proprio nel solco di quanto ho dichiarato prima, vale a dire coinvolgere il più possibile tutte le testate e gli uomini e le donne dell’informazione regionale, ma quello che deve ancora migliorare è come l’immagine del festival viene veicolata all’esterno, al di fuori di Gambatesa e non solo tramite la diretta streaming.
Se si è affidato a Luca D’Alessandro il compito di comunicare con la stampa locale, comunicazioni ufficiali sono giunte solo da lui via email, lo stesso, che tra le altre cose iniziava le sue comunicazioni con cari colleghi ma a me non risulta che la sua professione sia il giornalista o l’addetto stampa, non può limitarsi a inviare un comunicato stampa ufficiale solo dopo aver pubblicato lo stesso in anteprima sul suo blog o all’invio del comunicato della presentazione della prima serata senza poi dar seguito ai resoconti sia testuali sia fotografici delle successive esibizioni e, cosa ancor più importante, all’esito finale della gara in se.
E’ pur vero che un giornalista deve vivere il territorio e seguire in prima persona gli eventi, ma è altrettanto vero che se si affida il ruolo di comunicatore ad una persona la stessa deve portarlo a termine fino in fondo e non lasciare le cose a metà.
Così facendo si potrebbe dare un’impressione sbagliata, un’impressione di pressapochismo, cosa decisamente sbagliata visto quanto duro lavoro e sacrificio c’è dietro l’organizzazione del festival.
Conosco bene la manifestazione avendo anche intervistato personalmente Pasquale Abiuso e avendo partecipato lo scorso anno e credo che per il bene della cultura made in Molise vada meglio valorizzata con la collaborazione di tutti i colleghi giornalisti, ma anche e soprattutto con tutti coloro che hanno aperto un blog su internet e che possiedono nel loro animo il sacro fuoco del trasmettere un pensiero, una riflessione che nel contempo possa far riflettere, informare e formare.

Mi auguro che questo mio breve appunto possa essere visto come un consiglio, come una critica costruttiva dai gambatesani visto che tra voi posso vantare di avere dei veri amici, quelli con la A maiuscola, e non come una critica tout court.

Un sereno Ferragosto a tutti voi