Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Marco Frosali
Adesso Sì Che Si Vola!
Andando avanti nel racconto delle serate di festa gambatesane, oggi provo a portare all’esame della tua intelligenza quanto accaduto ieri sera, durante la seconda eliminatoria del festival della canzone dialettale molisana, edizione 2013.
Memore del fatto che in queste manifestazioni l’orario d’inizio difficilmente venga rispettato, qualche minuto dopo le dieci esco con la solita macchinetta fotografica, atteso che io abbia deciso che quest’anno, audio e video (registrati a modo mio, quindi senz’alcuna forma di rispetto per la professionalità), prenderanno forma solo durante la finale di questa sera.
Uscendo di casa, la prima cosa da fare è vedere quali sono gli stand presenti in piazza municipio e su via nazionale; per cui mi reco nei due posti predetti e scopro: 1° che in piazza municipio non c’è l’ombra di un banchetto, 2° che in via nazionale nulla è cambiato rispetto alla sera precedente.
Girandoci verso il centro della manifestazione, scopriamo qualcosa che mancava nei giorni scorsi, in particolar modo durante la prima serata: Il concorso “Indovina il peso del capocollo”.
Non era prosciutto, ne se ne doveva indovinare il posizionamento in altezza, ma il concorso è simile, per cui, senza perdere tempo abbiamo fatta più di una puntata, regolarmente perdendo la nostra scommessa; ma di questo parlerò alla fine.
Alle dieci e mezza in punto inizia la seconda eliminatoria e subito si presenta sul palco un signore proveniente da San Martino in Pensilis, il quale, con estrema semplicità ci presenta la sua canzone.
Il benpensante di turno sicuramente insinuerà che io ce l’abbia con il concorrente in questione, ne che voglia dare la croce addosso solo a quell’uomo, ma il fatto che io sia in possesso della canzone di Federico Salvatore da cui il brano presentato ieri dal Nostro è stato copiato, mi permette di dimostrarti quanto dico, atteso che tu abbia acquistato il C D del festival e possa quindi paragonare i due motivi:
Cambia solo il ritmo ed il testo: “E’ Vero…”, se ci fai caso, quasi quasi le due canzoni hanno anche il medesimo titolo: “Azz!”.
A margine, a proposito dell’impianto d’amplificazione, devo dire che se non sono state aggiunte le colonnine per far sentire i motivi in gara là dove l’altra sera non erano ascoltabili, (cosa giusta, visto che ieri non erano presenti stand in quella parte del paese), è stato corretto il bilanciamento fra basse ed alte frequenze, il che, considerata anche una disposizione leggermente modificata delle casse, ha fatto sì che ieri si potesse godere davvero a pieno dell’ascolto di quanto proposto.
Tornando alla gara, ecco sul palco il mio amico Antonello moffa (da Riccia), con il suo gruppo.
Lo avevo incontrato un paio d’ore prima presso il bar dei fratelli Cafter; lì, parlando, gli avevo detto che quest’anno non avrei fatte riprese audio-video, se non durante l’ultima serata, ma che la sua canzone sarebbe stata da me registrata, visto che a mio parere, la stessa avrebbe guadagnato un posto per la finale di questa sera: E ci ho azzeccato!
fra L’altro, devo fare i complimenti alla cantante, (Michela è la sorella di Antonello), che ha proposta una voce da favola.
Dopo un altro paio di canzoni che con quella di Antonello (A Vita S’Annasconne) avevano finalmente alzato il livello di professionalità e di qualità della serata, ecco un altro nostro compaesano, (Fabio Giorgio), esibirsi cantando bene una canzone della quale si poteva sentire lontano un miglio chi ne fosse l’autore.
Il brano “Chi Apparten A L’Om Aeserniensis” infatti, è stato scritto da Donato D’Antonio (A Ciavl), e se pur è stato un pezzo di rara bravura, sia nella concezione, sia nell’esecuzione, purtroppo questa sera non verrà riproposto.
Ovviamente potrai riscontrare quanto sto blaterando se sei in possesso dell’ormai più volte citato C D che contiene tutte le canzoni presentate nell’edizione della quale sto sparlando.
Mentre ascoltavamo attentamente la canzone di Fabio e Donato, Totore si gira verso lo stand gastronomico (dal quale ovviamente non potevamo assolutamente discostarci), e vede Carmine Di Maria, (Pucin), comodamente assiso su un fusto di birra alla spina… non sappiamo se pieno o vuoto.
A tal proposito, se cacd’un morirà per aver respirate certe “esalazioni” sappiamo di chi è la colpa.
E’ ora la volta di un ritorno a Gambatesa, molto gradito, soprattutto da chi ogni Santa Notte di ogni Capodanno che Dio comanda, si esibisce suonando con la propria squadra.
Sergio Paliferro infatti, presenta canzoni aventi un ritornello che cattura chi lo ascolta, per cui, inevitabilmente, anno dopo anno, il ritornello in questione entra a far parte del bundle dei motivi che ogni squadra di capodanno esegue come marce di camminamento o di trasferimento da una casa all’altra, di quelle visitate dalle squadre medesime.
Quest’anno: Com’è andata?
E ti pare che Paliferro e famiglia potessero smentirsi?
Grazie, o Sergio!
Grazie a te, abbiamo una marcia in più!
Fra i motivi che per una ragione o per l’altra hanno colpito me e la banda di pazzi che mi accompagna, non poteva non figurare quanto cantato dal riccese Giuseppe Menanno, accompagnato magistralmente da un violino che nel suonare, mi ha data la sensazione di essere tornato ai tempi dei Borboni, quando il Molise era parte integrante dello Stato da costoro governato.
Ascoltando quella canzone, ho avuta la piacevole sensazione di ripercorrere parte della storia del passato, il che è tutto dire, se vogliamo considerare il livello di bellezza del brano proveniente da Riccia.
Mi sto troppo elevando, per cui, tornando a bomba, vado a toccare un altro motivo in voga in questi giorni: La vendita dei biglietti della lotteria Pro Festival.
Marco, Totore, io, ma anche Carlantino, Donato (sdanghin) e tanti altri, siamo stati dotati da Pasquale Pucin, ognuno di un blocchetto contenente cinquanta biglietti.
Chi più, chi meno, tutti stiamo cercando di venderne a tutti, con il risultato che spesso, per soddisfare la voglia di aver venduto, i biglietti ce li scambiamo.
C’è anche chi, (franco Di Jelsi a volp), i biglietti li vende sotto costo, rifondendoci lui per contribuire, ma rompendo la piazza a noi altri che vogliamo agire seriamente.
E’ in quest’ottica che s’inquadra quanto hai visto in foto.
Infatti, avendo saputo della presenza della pattuglia di carabinieri che era fra noi come di prassi, e sapendo altresì che della pattuglia medesima faceva parte Gianni Corlianò, amico di Gambatesa da una buona ventina d’anni, non potevo far altro che provarci.
La risposta non poteva che essere positiva e Marco, con un po’ di soggezione e di nascosto, ha immortalato il momento, creandomi non pochi problemi per il recupero della foto stessa: Ma non potevi prendere la macchinetta mia!
Al massimo ti arrestavano e ti portavano al fresco!
Co sto caldo!
Nel frattempo le canzoni in gara le avevamo ascoltate tutte e, a differenza della serata precedente, non solo non c’eravamo annoiati, ma avevamo passata quell’ora e mezza senza accorgercene, visto il già espettorato alto livello della musica proposta.
Così, prima franco Conte (sempre a crap), il presentatore, si è esibito nel cantare come fosse un nostrano Bobby Solo, (e ha cantato pure bene! Ma ce lo potevamo aspettare),
poi Aldo Ricciardi da Campo di Pietra, (Che ha mantenuta egregiamente una promessa fatta a me durante la scorsa Corrida di Gildone, cantando e facendoci piangere in parecchi, anche quello che non ha torto può essere sicuramente considerato l’inno del Molise: Mulise per l’appunto, inno cantato unitamente ad un veramente emozionato Antonio di Maria (pucin), già concorrente di questa eliminatoria, ma prima, fratello di quel Carmine, (vedi il fusto sul fusto).
Ovviamente non ho potuto non incontrare e salutare di cuore il mio amico Aldo, amico mio ed amico di tutti, atteso che il Nostro stia cercando in tutti i modi ed in tutte le maniere di proporre la cultura della molisanità, già a partire dalle scuole elementari, in modo da far rivivere, non uno sterile campanilismo, ma la consapevolezza che la nostra terra, se ben conosciuta, può darci da vivere, trattenendoci su di sé.
Come tutti i festival che si rispettino, anche il nostro ha un dopo festival, pardon: Nel caso nostro, un “Topo Festival”!
Infatti, mentre si facevano questi discorsi di elevata filosofia, ecco che Tonino Codianni, il fratello del nostro amico Donato lo spazzino, (sdanghin), con coraggio saliva sul palco ormai sguarnito, per proporre una sua canzoncina che ormai a Gambatesa conoscono anche le pietre, canzone basata sulla valutazione della propria e dell’altrui intelligenza.
Il vero soprannome di Tonino, è “Topo di fogna”, soprannome da Questo utilizzato anche ai tempi nei quali andava di moda avere il baracchino CB, soprannome del quale Tonino, a differenza d'”altri”, (ma ne parleremo come detto a tempo debito), va fiero; da qui il dire “Topo Festival”.
Si stava per chiudere e nel frattempo, l’intera cricca avvertiva un leggero languorino, provocato fra l’altro dal fiume di birra ingurgitato, per cui, tornati ad acquartierarci nei pressi dello stand gastronomico, dopo aver salutato con piacere franco Conte che aveva terminato con le sue vallette il lavoro per la seconda eliminatoria, proviamo a saccheggiare lo stand in questione per ottenere almeno un paninazzo a testa che, alla modica cifra di due euri e cinquanta, era più che abbordabile.
E’ in questo frangente che Marco vede un gattone che sornione, attendeva di poter partecipare gratuitamente al banchetto collettivo…
Preso il ticket, ci avviciniamo là dove si approntavano alla bisogna i panini e ci riforniamo senza pietà, potendo addentare qualcosa di solido, dopo tanto liquido…
Ecco che nel frattempo arriva il risultato del concorso del Capocollo.
Non ricordo bene chi è stato, (lo puoi capire), ma mi è stato suggerito quanto ti riporto di seguito:
Il peso ufficiale del capocollo è un chilo e duecentododici grammi.
Per essersi avvicinato di più a questo peso con il suo pronostico, il capocollo è stato vinto da Giuliano da Roma, del quale non conosco ne il cognome, ne il soprannome, ma ne conosco l’educazione e la serietà, avendo avuta in più di un’occasione la possibilità d’incontrarlo.
Ho fatto prima i complimenti a Franco per la presentazione del festival; ma come non farli anche a Letizia e Sara? E soprattutto, come non farli al quadrato a quest’ultima?
Sara infatti, smessi i panni della valletta, non poteva non tornare ad essere la Sara che fa parte della squadra di Capodanno, squadra che si rifà alla vita dei vagabondi.
Infatti, la foto, Marco l’ha scattata mentre lei ed altri intonavano a squarciagola proprio la canzone “Vagabondo”.
Eccoci dunque alla fine di un’altra bella serata, proposta dalla Pro Loco e passata quasi senza che ce ne accorgessimo.
E… Questa Sera?
13 Agosto ore 21:30: 24° Festival della Canzone Dialettale Molisana (finalissima) PRO-LOCO.
Io azzardo un pronostico:
La canzone del mio amico Antonello Moffa, “A Vita S’Annasconne”, vincerà il ventiquattresimo festival della canzone dialettale molisana e se non sarà così, quel brano arriverà fra i primi tre.
Va detto infatti che l’alto livello della musica proposta ieri sera, ha voluto che ascoltassimo brani del calibro di quello eseguito magistralmente (anche se non del tutto dal vivo, perché avevano una base sintetizzata e qualcuno di loro mostrava una cuffia in testa), dai Qifti di Portocannone, una canzone in dialetto o lingua arbereshe, dal titolo “Liri”.
Avrò ragione?
Lo sapremo questa sera!