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Di Marco Frosali

Guzzeide 2013 – La Chanson De Sara’!

Ariecchime qua…pensavate fosse finita?
Io credevo di si, ma dopo le numerose segnalazioni fattemi pervenire dal Presidente, come potevo deludervi?
Mi sono sforzato per due giorni e anche stavolta ho partorito la guzzeide, intitolata stavolta “La chanson de Sara’” in onore alla molto più famosa “Chanson de Roland”.
Vi avverto: non era in programma, ma l’ho preparata in soli 2 giorni e ho cercato di dare un filo logico tra le varie parti, immaginando una storiella ai confini del surreale!
Lo schema è simile a quello dello scorso anno: sonetto minore, stavolta a rime alternate.
Spero sia di vostro gradimento!

PROLOGO
Costretta dall’inverno
a dover gettar la spugna,
pronta a scatenar l’inferno,
Sara torna nella pugna.

Sarà una gran battaglia,
condotta con le mappe e
facendo tante miglia
si bruceran le tappe.

L’Italico nemico,
in cerca di vittoria,
aumenterà i suoi sforzi.

Chiamando il Gallo amico,
con tutti i suoi rinforzi,
si cambierà la storia!

LA CAMPAGNA DI TOSCANA
E andando per la via,
li sfida San Galgano,
dentro la sua abbazia,
con la sua spada in mano.

Timore lor non hanno,
e quando lui li scoccia,
gli eroi conficcheranno,
la spada nella roccia!

Galgano è furibondo,
e agita le mani,
chiamando l’iracondo,
Castruccio Castracani!

“Galgano, amico mio
li manderò all’inferno,
se non ci pensa Iddio,
li inseguirò in eterno!”

Nella città di Lucca,
e dentro alle sue mura,
la sfida è iniziata.

Ai nostri eroi gli tocca,
andare in ritirata,
perché si è fatta dura.

LA GRANDE FUGA
Ma i nostri eroi, astuti,
anche se son sconfitti,
non si senton battuti,
perché sono dei dritti.

Castruccio e Galgano,
si misero a cercarli,
studiaron così un piano, e
riuscire a catturarli.

Ma nelle 5 terre,
furono intrappolati,
e verso oscure celle,
poi vennero portati.

Ma il traffico estivo,
che sull’Aurelia impera,
creò il diversivo,
per evitar galera!

Fuggendo così in prima,
alle guardie ridicole,
lasciarono il paese.

Raggiunsero la cima,
di un monte Cuneese,
usando le carrucole!

LO SCONFINAMENTO
Dal Manzanarre al Reno,
dal Serchio allo Stura,
Castruccio e Galgano,
li inseguono in altura.

E sulla Maddalena,
varcarono le Alpi,
Galgano si dimena,
che vuole i loro scalpi.

Ma il nemico udiron,
prima che calò il sole,
i nostri eroi fuggiron,
passando nelle gole.

E in questa lunga fuga,
lor giunsero a Vinon,
e il sol così li asciuga,
dalle acque del Verdon.

Notte porta consiglio,
e predica prudenza,
per riposar gli sforzi.

Lasciando il lor giaciglio,
in cerca di rinforzi,
si va all’alba in Provenza.

L’UDIENZA
I nostri eroi arrivati, in
un mondo colorato,
restarono spiazzati,
da un vento profumato.

I Galli allor li guidano,
con determinazione, e
seguendo il fiume Rodano,
giunsero ad Avignone.

Passando sopra il ponte,
per entrare nel centro,
passarono le sponde,
così che furon dentro.

Con una certa urgenza,
varcato quel canale,
richiesero un udienza,
nel palazzo papale.

E in un modo astuto,
richiesero al Pontefice,
dei grandi cavalieri.

Concesse in loro aiuto,
due validi guerrieri,
per battere il carnefice!

LA RICERCA DEI RINFORZI
Ma dei guerrier promessi,
nessun sapea la faccia,
e i nostri eroi, indefessi,
partirono alla caccia.

Passaron così ad Arles,
cercandoli all’Arena,
giungendo ad Aigues-Mortes,
proprio nell’or di cena.

E in una trattoria,
chiedendo informazioni,
ci fu un’anima pia,
che diede indicazioni.

Dovettero aspettare,
di fuori dalla stanza,
dovevano cenare,
quei guerrieri in vacanza.

Non li aspettaron molto,
gli si presentò Asterix,
che era il più basso.

E si svelò anche il volto,
di quello grosso e grasso,
che si chiamava Obelix!

Asterix e Obelix

LA RISCOSSA
Con il ciccione e il nano,
e con la loro forza,
a Castruccio e Galgano,
iniziò a tremar la scorza.

Dalle Alpi agli Appennini,
sfruttando le carrucole,
fuggirono i meschini,
nel forte di Verrucole.

Ma i nostri eroi il tedio,
avevano iniziato,
e dopo un lungo assedio,
il forte fu espugnato.

Castruccio e Galgano,
ai nostri eroi sfuggirono,
e in agro Garfagnano,
a rifugiarsi andarono.

Si misero al sicuro,
di quelle mura immense,
in quel di Camporgiano.

Ma i nostri eroi all’oscuro,
con il ciccione e il nano,
entraron nell’Estense!

VITTORIA!
E fu l’ultima mossa,
di Castruccio e Galgano,
per evitar la fossa, a
lor portata di mano.

E usando la lavanda,
portata dai due Galli,
la magica bevanda,
sconfisse i due sciacalli.

Nel porto di Livorno,
i due furono presi,
e venner tutti intorno,
curiosi i Livornesi.

Della gioia l’ebbrezza,
i nostri eroi provarono,
mentre nella fortezza,
i due meschin marcirono.

E i quattro trionfali,
con cibo e vino buon,
a Roma a festeggiare.

E i fori imperiali,
son chiusi per brindare,
al grido di C’ncion!