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Di Vittorio Venditti

Ovvero: Quando Termina Lo Svezzamento?

Sia pur di mala voglia e con un po’ di ritardo, dopo averne dovuto parlare anche in commenti privati ma pur sempre arrivati alla casella di posta elettronica di quest’inutile sito, eccomi a cabrare, passando a volo radente sulla tua pazienza e sulla tua intelligenza, per raccontarti di un episodio accadutomi l’altra sera nel bar dei fratelli Cafter, e riferito all’ormai famosa farneticazione sulla Pizzeria Bembè.

I Fatti:

L’altra sera per l’appunto, mi trovavo nel bar dei cafter, quando è entrato nel locale Salvatore Conte, (il figlio di Franco u sart), che non vedevo da molto tempo.
Ci siamo salutati ed abbiamo cominciato a parlare del più e del meno, spaziando fra tanti argomenti, fra i quali ciò che scrivo in questo momento per tediarti giornalmente.
Inevitabilmente, il discorso è caduto su quanto scritto a proposito delle due pizzerie di Gambatesa e mentre spiegavo a Salvatore le ragioni per cui ho bombardato Bembè, ecco che entrano nel bar anche Franco Conte, (francuccell) e la di lui moglie, Michelina Di Jelsi, (Lina a tafanell).

Considerando che ciò che stavamo dicendo, io lo avevo già posto alla tua attenzione, ho continuato a parlare per non cadere nel vezzo (tutto gambatesano), di tacere quando ti ascolta la parte in causa, così da entrare a far parte della schiera dei vigliacchi e degli opportunisti.
In questo modo, sia pur in maniera involontaria, ho provocata la reazione di Michelina, la quale, stizzita, ma senza che nessuno avesse chiesto il suo parere, ha detto: “Guarda che mio figlio, sa fare bene il suo mestiere!”, al che io ho risposto che lo sapevo bene, avendo provato il suo servizio sulla mia pelle.

Pasquale, che per la verità finora forse è stato l’unico che non si sia rivolto direttamente a me, da quel che ne so, si occupa d’informatica; io, come detto, in quel senso, non ho avuto il piacere di saggiare le sue qualità, atteso che non cambierei i servizi e gl’insegnamenti che mi sono stati impartiti da Riccardo D’Antonio, nemmeno se mi venisse proposta la presenza di Bill Gates in persona.
Ho avuto invece modo di vedere Pasquale in azione come cameriere di sala e perciò, ho espresso in merito il mio parere, che come hai testè letto, non è piaciuto a “mammà”, che poi ha continuato dicendo: “mio figlio, certo non campa con la pizza tua!”, al che io ho risposto che con quella pizza forse lui non ci campa, ma io, se non ci sono morto, ci sono stato male e, come risposto ad un commento privato, parafrasando Vasco Rossi in “Cosa Succede In Città” “…Quando ci ho il mal di stomaco, ce l’ho io, mica te!”.

In definitiva: Se la cosa si era chiusa lo scorso vent’un luglio, (per quanto mi riguarda), le troppe attenzioni materne hanno fatto sì che il povero Pasquale, (che a detta di “Radio Fante”, da quella serata infausta, pare sia stato “promosso” dalla sala in cucina), sia stato fatto cadere dalla padella, direttamente nella brace.
Ieri sera infatti, mentre ero alla festa di compleanno di mia nipote Ilenia, parlando con la di lei Madrina, (Vittoria la benzinaia), e raccontando quant’era successo l’altra sera, mi sono sentito rincuorare, perché sembra che quanto accaduto sabato venti luglio a noi, non sia un caso isolato.
Già quel sabato sera, ho sentito con le mie orecchie gente che se ne andava scontenta del servizio; fra questi, ho potuto vedere per la prima volta incazzato come una serpe in amore, Anthony Lembo, (persona buona), che non ho mai visto arrabbiato a mia memoria e non solo.
Ieri sera ho avuta la conferma che la mia farneticazione pare sia condivisa da parecchie persone, così, come altri dicono il contrario o parlino male del lavoro di Michele Mucci, per cui, la sparata della “mammina offesa”, non ha fatto altro che aggiungere vergogna alla reputazione di chi, sia pur in buona fede, quel venti di luglio non ci aveva serviti bene, anzi: Non ci aveva serviti proprio.

Da dire infine che martedì sera, Francuccell, almeno finché sono rimasto io nel bar dei cafter, non ha proferito parola, il che la dice lunga sulla bella figura fatta da chi, proveniente da una famiglia che da sempre ha una concezione tutta sua del lavoro ben eseguito, ha voluto difendere l’indifendibile.
Detto ciò, invito chiunque abbia ancora in mente d’inviare commenti su quest’episodio ad astenersi, visto che non volendo regalare gratuita pubblicità a chi per me non ne merita, non riprenderò più in alcun modo l’argomento.

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.