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Ma Quand’è Santa Lucia?

Di Vittorio Venditti

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Visto quanto accaduto oggi a proposito della festa di Santa Lucia, mi sembra di ritornare a qualche anno fa, alla festa di San Bartolomeo Apostolo.
Questo nostro Santo Patrono, in quel caso, dopo aver subito il martirio ed essere stato scorticato vivo, come ulteriore onta, ha dovuto patire, dai gambatesani, il dover essere diviso in due, da morto!

Una cosa simile, sta accadendo a Santa Lucia.
Per te che non conosci feste e tradizioni di Gambatesa, un piccolo ragguaglio.

Nei tempi andati, quando non esistevano i moderni mezzi di comunicazione e le attuali strade, il contado, e di conseguenza le istituzioni politiche e religiose, vedendo in Santa Lucia una loro protettrice, (sia pur posta in secondo piano rispetto alla Madonna della Vittoria e San Bartolomeo), e volendone, perciò, onorare la festa, decisero di anticiparne la celebrazione, in tutto il mondo tenuta il tredici dicembre.

Visto che ad ogni festa, generalmente veniva associata una fiera d’interscambio fra i paesi viciniori, e visto che il periodo delle fiere non poteva capitare quando, o per neve, o per freddo in generale, si cercava di restare il più possibile presso le famiglie, visto tutto ciò, si decise, (così viene tramandato), di anticipare questa festa al venticinque ottobre, e la relativa fiera associata, al giorno antecedente.

Quest’anno, però, è successa una strana cosa:
Questa mattina si è tenuta la tradizionale fiera, (solo tradizionale, visto che con la globalizzazione fiere e mercatini rionali hanno perso gli altri valori), mentre la festa religiosa, in sintesi: l’uscita della processione di Santa Lucia, si terrà domenica prossima.
Logica e buon senso, a mio avviso, avrebbero auspicato che la festa del venticinque ottobre, (domani), si sarebbe dovuta celebrare oggi, atteso che sia corretto annullarla nel giorno previsto.

Bando alle congetture, inutili su questo sito, mi auguro che dietro questa divisione fra festa civile e religiosa non vi siano secondi fini, stupidamente considerati “politici”.

Certo, è facile pensare ad almeno due condizioni che si sono verificate:
1°: l’assolutismo della religione, ancora una volta è venuto meno, alla faccia delle parole di condanna del relativismo, più volte proferite dal sommo Pontefice;
2°: che, per fortuna, mettendoli in rigoroso ordine alfabetico, ne la chiesa, ne il municipio, possono dettar legge su qualcosa che, di assoluto, è rimasto a noi cittadini, stanchi e avviliti da tale situazione:
il Capodanno.

Questa Festa, Tradizione nel vero senso della parola, che che ne dicano coloro che stanno cercando di scalfirne il significato, cade, sempre e comunque, nella notte che collega il trentuno dicembre dell’anno precedente al primo gennaio dell’anno successivo.
Questa festa, per nostra fortuna, non può essere procrastinata ne eliminata, nonostante gli stupidi ed inutili tentativi proposti nel tempo da chi, o per paura dell’eventuale esposizione dei propri “scheletri”, adeguatamente riposti nell'”armadio”, o per poterne trarre vantaggi commerciali e o turistici, ha cercato d’inibirla.