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La Pena Di Morte

Di Vittorio Venditti

L’Estrema Forma Di Ipocrisia

Mentre dobbiamo registrare l’ennesimo guasto alla ben pagata ma colabrodo rete idrica molisana, da ieri a Gambatesa e nei paesi limitrofi manca l’acqua, alla faccia dell’essere in un paese civile, anche se il periodo inviterebbe a parlare esclusivamente di vacanze, (alla faccia della crisi alla quale non crede nessuno), oggi mi va di tornare su un tema che periodicamente fa capolino fra le notizie più importanti, forse perché a qualcuno rimorde la coscienza e vuol darle una periodica lavata.

Lo spunto mi viene da questo rapporto, forse fra i pochi che mostrano di avere una certa credibilità, atteso che se pur l’associazione che lo emette sia costituita da uomini, quindi da chi ha comunque degl’interessi da proteggere, il fatto in sé, non portando guadagno, (se non, alle case costruttrici di armi e munizioni, o corda, nei casi nei quali si vuol restare all’antica), riesce a strappare un minimo di fiducia e quindi si può considerare da trattare.

Ma come farneticare sulla pena di morte?

Tralasciando quanto avviene in Stati definiti dal politicamente corretto “sottosviluppati”, a me preme blaterare di certe nazioni che si autodefiniscono “civili” e in tal guisa vengono considerate; una fra tutte: Gli stati Uniti D’America.
Quest’insieme di Stati, si permette il lusso di esportare la propria democrazia ed il proprio modo di interpretare le Leggi, dimenticando però che fra i suoi confini si pratica quanto ad altri si vorrebbe togliere.
La grande nazione americana, ancora oggi, se da una parte predica la difesa dei diritti umani, magari bacchettando la Cina, dall’altra si deve sentir dire che non è il caso di rimandare indietro una spia, per paura che questa venga giustiziata; c’è da ridere, perché a dire una cosa del genere è la Russia, paese che non pare sia proprio un paladino di certi diritti.
Tutto ciò, per non parlare delle periodiche cantonate che la giustizia americana ci ha abituato a sopportare.
Da italiano, mi viene in mente l’assassinio di due nostri compatrioti, che rispondono al nome di Nicola Sacco e Bartolomeo Banzetti, riabilitati cinquant’anni dopo la loro esecuzione, come se quel dire ipocrita potesse riportare in vita i nostri emigrati, andati lì per vivere e mai tornati perché uccisi proprio da chi dice di esportare la democrazia rispettando i diritti di tutti, aggiungo io, Tranne se italiani, ispanici, di deportazione africana ecc.

La pena di morte, lo si è dimostrato in tutte le salse, non solo non abbassa il livello di criminalità, ma, se vogliamo, contribuisce ad affinarne la potenza e la ferocia; è solo per questo motivo che andrebbe eliminata.

Potrebbe funzionare bene però in Italia.

Anche se parte proprio dal bel paese la richiesta di tal eliminazione, (e non da oggi, ma da almeno due secoli e mezzo, vedi il libro [download id=”413″ format=”2″]), in Italia, qualsiasi delinquente, magari sentendo che la pena di morte potrebbe venir applicata nei suoi confronti, diverrebbe più buono.

Ma non per cultura, solo per vigliaccheria…

Chiaramente: Salvo prescrizione per mancata celebrazione del processo nei tempi e nei modi previsti dalla “Legge”!