Di Stefano Venditti
Quando la buona volontà si unisce alla voglia di crearsi un futuro con le proprie mani e alla solidarietà senza confini delle persone di buon cuore tutto è possibile.
E’ possibile anche che un gruppo di giovani ragazzi provenienti da alcune delle zone più disagiate del mondo, come il Marocco, l’Egitto, il Bangladesh e la Libia, possano trovare una casa ed un lavoro in un piccolo fazzoletto di terra immerso in una piccola regione come il Molise.
Un progetto, quello della cooperativa sociale agricola “I Colori della terra” che è nato e si è sviluppato grazie alla compartecipazione di volontari, di associazioni e di comuni cittadini che hanno fortemente voluto dar vita ad una nuova opportunità lavorativa e sociale che potesse coinvolgere non solo giovani extracomunitari ma anche e soprattutto giovani molisani in difficoltà e in cerca di una prima occupazione.
Integrazione, dialogo tra popoli e persone differenti, recupero di terreni incolti e abbandonati, valorizzazione dell’agricoltura biologica.
Questi i cardini del progetto de “I Colori della terra” che questa mattina è stato al centro di una visita ufficiale di una cospicua delegazione di esperti provenienti da diversi Paesi d’Europa guidati dall’agronomo Michele Tanno.
Uno scambio culturale tra diverse realtà del vecchio continente che hanno puntato sulla creazione di cooperative agricole sociali.
L’esempio più lampante di quanto asserito dai membri della cooperativa di Campobasso e dai numerosi volontari che animano l’intera iniziativa è racchiuso nel cosiddetto orto “multiculturale” dove sono state messe a dimora piante e coltivazioni sia tipiche del Molise sia tipiche dei Paesi d’origine dei componenti della cooperativa.
Dalla terra, dal lavoro nei campi, dall’impegno profuso quotidianamente per rendere fertile il terreno è nata una nuova e quanto mai valida opportunità di riscatto per chi, per sua sfortuna, in passato ha dovuto lottare contro le avversità della vita.