Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Ja’Mood (“cos’e Jazz…funky, acid”)
Ci Arrendiamo Ad Un Passo Dalla “Cima”
Oggi saremmo dovuti partire per Perugia, volendo sostenere i nostri due compaesani, Nicola e Manuel Concettini, che unitamente ai loro tre amici con i quali formano il quintetto di cui alle foto, si esibiranno questa sera nella piazza principale del capoluogo umbro, in attesa e con la speranza che escano vincitori di quest’edizione di Umbria Jazz.
Non siamo più partiti.
Ma che è successo?
I Fatti.
Se ricordi, già dalla vittoria dei Nostri ottenuta anche grazie al tuo aiuto, si era detto che si sarebbero costituiti due pullman, di cui uno con partenza da Gambatesa; ciò, per permetterci di supportare Nicola, Manuel e gli altri ragazzi, pur sapendo che in una città come Perugia, l’esiguo numero dei gambatesani non sarebbe stato nemmeno considerato per statistica.
All’inizio, gli stessi musicisti avevano assicurato chi avesse voluto fare questa trasferta che più che una gara, almeno per quanto avrebbe riguardato noi, si sarebbe trattato di una festa nella festa, ne più ne meno che secondo quanto accade ogni dieci di Novembre di ogni anno che Dio comanda, quando si fa il pullman per Adelfia (BA), costituendo squadre di amici che ne combinano di tutti i colori, con la sola volontà, (per un giorno), di stare insieme e lasciarsi alle spalle le beghe quotidiane: (qui uno dei numerosi esempi che se ti va, puoi rileggere nel nostro archivio).
Sin da subito però sono iniziati i problemi, visto che a qualcuno è venuta la bell’idea di organizzare tutto, senza neanche avvertire Nicola e Manuel, i quali, visibilmente imbarazzati, si sono trovati a far fronte e rintuzzare una pseudo organizzazione che avrebbe previsto, fra l’altro, l’esborso di una notevole somma di danaro pro capite per raggiungere Perugia.
Ma come: Si parlava di emulare San Trifone e c’è mancato poco che bisognasse accendere un mutuo?
Saltata la prima ipotesi non richiesta, si è succeduta una ridda di voci che volevano la costituzione di pullman dei quali non si conosceva ne il costo a persona, ne l’orario di partenza, ne il giorno di rientro; poi si è aggiunta l’ipotesi di comporre comitive più piccole, in maniera da poter soddisfare anche la possibilità di decidere come e quando partire.
In fine, si è parlato di un pullman che avrebbe ospitati i passeggeri, con annesso pranzo in un ristorante della città del Grifo, ad un prezzo ancora una volta alto e che dava adito a pensieri non proprio lusinghieri che ognuno poteva esprimere nei confronti degli organizzatori.
L’ultima: Un pulmino da diciannove posti che avrebbe ospitati, oltre ai parenti dei musicisti, chiunque avesse prenotato il posto, quasi alla stessa cifra che ci voleva per l’opzione precedente………
Da dire che io ci ho creduto al punto da organizzarmi per poterti informare in diretta da Perugia; per questo, (ma non è un problema, certe apparecchiature possono avere anche altro uso), mi sono premurato di acquistare un nuovo dispositivo di trasmissione, specifico per operare in esterna.
Fra i miei difetti, c’è quello di perdere ogni entusiasmo, quando vedo che dietro un’azione, si possa intravvedere una sia pur minima forma di sospetto; intendiamoci: Nulla contro Nicola e Manuel, i quali hanno cercato di fare il possibile per permetterci di passare una bella giornata, ma per portare a termine l’organizzazione di un evento, dietro il quale circola danaro, c’è bisogno di polso, molto polso ed altrettanta determinazione, cosa che i Nostri, vuoi per carattere, vuoi per il fatto di essere impegnati in tutt’altro, non hanno avuto.
E’ questa la ragione per la quale, alla fine della fiera, pur sperando ed essendo convinto delle capacità dei nostri compaesani e degli altri tre amici, ho preferito evitare di compiere una trasferta che nella migliore delle ipotesi, si sarebbe rivelata esclusivamente una noiosa giornata di lavoro non retribuito.
In bocca al lupo dunque a Nicola e Manuel, sperando, sia pur non in diretta, di poter gioire per la loro affermazione in campo internazionale, ma preferisco andare per davvero a lavorare e seguire a debita distanza quel qualcosa che ho visto nascere, ma sono stato costretto a disconoscere per altrui ingiuste pretese.