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Non Sempre, Le Vacanze Fanno Bene Alla Scuola

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet

“Copia Copias, All’Esame Non Si Pass!”

Il Senatore Roberto Ruta

Ecco un altro risultato dovuto al troppo sole di luglio; il voler essere zelante al punto di proporre qualcosa già esistente e già regolarmente dimenticata nei meandri della burocrazia parlamentare: L’ennesima riforma scolastica.

Lo spunto per questa farneticazione mi viene quasi imposto da quest’articolo, Roberto Ruta: “A scuola fino a 18 anni”. Ma la proposta di legge esiste dal 2006 | Isernianews, girato a me come al solito dalla “Mina Vagante”.
Anche se non la penso come la fonte dalla quale traggo il mio odierno farneticare, non tanto in merito al tema, quanto in riferimento ad un’altro argomento trattato nell’articolo in questione, approfitto dello scritto per rimarcare l’assoluta inutilità di una proposta di Legge già esistente, probabilmente più completa e sicuramente più vicina alla realtà che si vorrebbe raggiungere con quest’ennesima riforma scolastica, realtà già da non definire, atteso che ad esempio in Molise, alla faccia della Banda Larga e delle tante chiacchiere espresse in merito, se un genitore di Montagano desidera un documento che riguarda il proprio figlio, studente nella locale scuola, deve rivolgersi all’ente omologo di Petrella Tifernina recandosi sul posto; ciò, per non parlare sempre di quanto accade agli studenti che frequentano la scuola dell’obbligo a Gambatesa.

Forse non lo sai, ma io nutro profonda stima per Roberto Ruta, da quando lo potevamo chiamare semplicemente Roberto.
Il Nostro, a mio parere, è stato sempre nel pratico, tant’è vero che per questa ragione ha sempre potuto vantare un serbatoio di voti invidiabile, frutto dell’insegnamento ricevuto dal di lui padre Nunzio, vero democristiano, quindi vero conoscitore del modo con il quale si mantengono le redini di quel Bue che risponde al nome di Popolo.

Ora: Che succede?
Devo cambiare improvvisamente idea sulle capacità di uno dei pochi politici molisani che stimo?

Non ho letta la proposta a firma Ruta e quindi vado a braccio, considerando semplicemente che se questa si presenti così come superficialmente fatta conoscere dal giornale che ho assunto oggi come fonte, risulterebbe deleteria per gli studenti, ma foriera di posti di parcheggio, per gli stessi studenti ed ancor più e meglio per i docenti, in quel carrozzone che è la scuola pubblica soprattutto.

Personalmente ho frequentata la scuola pubblica italiana, (spaghi, o come si dice meglio: assenze permettendo), e l’ho fatto proprio per poter imparare in seguito ad insegnare.
Se non ho proseguito su quella strada, in buona sostanza è stato perché da dentro la scuola per l’appunto, come alunno, già vedevo l’impossibilità di arrivare ad avere un posto di lavoro definitivo.
A ciò va aggiunto che sempre da discente, pur di uscire vivo ed in maniera rapida da quell’ambiente, ho sempre considerata vera rotta giusta da seguire, quella basata sull’arte dell’arrangiarsi anche nello studio, così, da comprendere e saper discernere le qualità dei miei insegnanti, per acquisire il meglio che ognuno di loro potesse offrirmi.
In questo frangente, ho compreso a pieno che la scuola italiana, allora, non poteva certo darmi le indicazioni valide a trovare un vero sbocco nella vita.

Allora: Ed ora?

Da una ventina d’anni a questa parte, i vari ministri della pubblica istruzione che si sono succeduti al governo di tal ministero, anziché apprendere quanto di meglio le scuole europee e non solo, danno ai loro studenti, per mania di protagonismo, (si sono sentiti tutti Giovanni Gentile, disprezzato ma invidiato in maniera neanche tanto nascosta), questi ministri dicevo, hanno prodotte talmente tante riforme scolastiche, per cui alla fine gli studenti, ob torto collo, si sono visti costretti ad applicare il mio modus operandi, magari per imparare qualcosa, approfittando della presenza di qualche valido docente: (Se vuoi rileggere, ne ho già parlato a suo tempo qui e prima ancora qui e qui, attenendomi al fatto in generale.
Facile è il Dire che questi politici, hanno ridotta la Pubblica Istruzione al rango di Pubblica Distruzione.
Insomma: Mentre in Europa forse qualcuno esce da scuola sapendo fare il mestiere per il quale ha le capacità, in Italia, la maggior parte di chi va a scuola, lo fa più che altro per mantenere il posto degli insegnanti, talmente precari che non sanno nemmeno se arriveranno a prendere una pensione.

Detto questo ed auspicando che si smetta di raddoppiare Leggi ed affini, utili solo a creare burocrazia, snellendo (inteso nel senso di allungando) i tempi, spero che Roberto, (pardon), il Senatore Ruta receda da questa “insolazione” e sia più vigile a che si arrivi a comprendere che la scuola, unitamente a ciò che resta della Famiglia, di concerto, siano in grado di poter guidare nella maniera il più semplice possibile la crescita dei pochi bambini e ragazzi che ancora ci possiamo permettere di annoverare fra gli italiani, in modo tale che a fine obbligo scolastico, i ragazzi in questione, dopo aver portato a termine un piano di studi adeguatamente personalizzato e basato sui reali interessi del discente, maieuticamente estratti da capaci e motivati insegnanti, i ragazzi diplomati dicevo, con interesse e voglia di fare, arrivino a non doversi porre il problema “disoccupazione”, magari per aver imparato che la sostanza conta più della forma e che ogni lavoro porta all’onore, mentre quasi mai è vero il contrario, prova ne sia il fatto che, come già detto a proposito dei nuovi ospiti che giorno per giorno raggiungono le nostre coste a rischio della loro vita, (qui se vuoi rileggere lo scritto), questi, più e meglio acculturati di noi autoctoni, hanno nel loro DNA proprio il risultato finale da me auspicato per i nostri studenti.