Di Luca Giordano
Come accade ogni anno, ad Isernia centinaia di uomini vestiti dalla testa ai piedi (scalzi) di una tunica bianca, un cappuccio dello stesso colore (per questo vengono chiamati incappucciati) e da un cordone rosso alla cintola, portano in penitenza il Cristo morto e l’Addolorata, in un corteo al quale partecipano migliaia di fedeli arrivati anche da fuori regione per rievocare la morte del Nazareno.
La processione parte da sempre dalla chiesa di santa Chiara, per poi proseguire in un lungo e silenzioso corteo che fa risuonare preghiere e marce funebri in tutto il capoluogo pentro.
Novità di quest’anno è stato il manto dorato dell’Addolorata, realizzato dall’Associazione ‘Il merletto di Isernia, l’arte nelle mani’, composta da una cinquantina di donne che grazie alla loro sapiente arte del cucito, utilizzando migliaia di metri di filo dorato, hanno ornato con merletti realizzati a tombolo il mantello nero che scende giustappunto dalle spalle della statua della Madonna Addolorata.
Anche nei paesi limitrofi ad Isernia s’è compiuto il sacro rito del venerdì santo. Qui, le figure del Cristo morto e di sua madre, la vergine affranta dal dolore, sono state portate in processione, in questo giorno dedito alla riflessione ed alla preghiera.