Di Vittorio Venditti
1a Parte
DELINQUERE: verbo intransitivo
1. Infrangere le norme stabilite dalla legge penale.
2. LETT.•GENERIC.
Macchiarsi di una o più colpe.
Il preambolo (con un’aggiunta sensazionale) farà da incipit in tutte le puntate di questa saga che chiude un progetto nato il primo settembre duemilaquattro per scandagliare quel fondo di vergogna che persiste nei cosiddetti ‘uffici giudiziari’ che d’ora innanzi verranno definiti bische, mondiali, italiane, ma soprattutto campobassane perché se è vero che tralasciando le vicissitudini storiche che hanno contraddistinta la materia in ogni parte del mondo e nel tempo vissuto dall’umanità, il primo dilemma che mi riguarda direttamente è stato imposto in quel di Roma in data due novembre millenovecentosettantacinque ed il resto s’è consumato in Campobasso a partire dal quindici ottobre millenovecentottantaquattro per arrivare ad oggi con due intermezzi che hanno visto il mio tentato omicidio derivante da scartoffie burocratiche e non considerati allarmi, fatto passare per un quasi pour parler da chi dovrebbe amministrare la giustizia e lo fa in base a ben altri interessi che per evidenziarli mi hanno costretto ad entrare volontariamente in quell’ingranaggio che stritola chiunque vi venga avviluppato, cosa che se arriva con cognizione di causa fa relativamente male, ma se viene imposta dai capricci carrieristici di soggetti che operano secondo il preambolo in testa, porta a sicura morte, vedi Enzo Tortora e tanti suoi simili, andati all’altro mondo per mano di delinquenti che poi hanno fatta carriera e se ancora vivi, hanno anche raggiunta un’effimera importanza, in nome del popolo italiano.
Premesso tutto ciò, va detto che ad esattamente un anno dalla decisione presa per chiedere la mia ‘riabilitazione’ (che scopriremo a che prezzo è arrivata) parlerò in prima persona fregandomene persino della deontologia giornalistica che vorrebbe che mai si scrivesse di sé stessi, ma se si patisce e s’arriva al punto di doversi far giustizia con le proprie mani, ogni arma è lecita perché la guerra non ha regole. In questa prima puntata anticipo solo che non ho aperta bocca di proposito nelle varie udienze alle quali ho assistito, ma se lo avessi fatto, probabilmente sarei stato condannato a morte e sarei stato giustiziato perché quei soggetti che vestono la pezza nera pensando di far paura, in realtà si sarebbero sentiti trattati come normalmente meriterebbero e il loro livore sarebbe schizzato alle stelle perché sarebbe stato davvero difficile ammettere che anche il Re è nudo ed a quel punto ha le fattezze di chiunque, finanche dell’ultima ruota del carro in termini d’umana possibilità.
Devo dire che alla fame di buona parte di quei giudici ed avvocati, (biscazzieri di provata cupidigia), s’è contrapposta giganteggiando l’onestà ed il reale lavoro di chi è stato il mio vero guadagno in tutto ciò. Parlo di Stefano Brienza che è stato il mio avvocato che senza conoscere quanto si celava dietro i fatti presenti e portati a giudizio, ha provato in ogni modo d’evitarmi il preventivato, persona onesta, preparata e seria che mi onoro d’avere ormai come mio amico e chi ha intelligenza comprenderà che l’amicizia ha più valore dei soldi spesi per ripagare le pedine usate per non rendere non imputabili tre vergogne (definite da voi ‘giudici’) che gestiscono o hanno governata la locale bisca, (uno ha fatto nel frattempo da sé), minima parte di quei soldi spesi per arrivare a questo risultato. Va infatti calcolato che a quella somma che è servita per imbastire e portare a termine quell’eterna farsa chiamata ‘processi’, va aggiunto quanto speso per la preparazione di tutto ciò che ha dovuto considerare l’acquisto di un centinaio di computer (nel frattempo distrutti per imparare anche a predisporre sistemi di difesa che in parte sono stati usati proprio contro quella marmaglia), più il danaro servito per pagare chi mi ha dovuto insegnare l’uso spregiudicato dello scorrazzare in Rete, (compresa la discesa nella grande internet perché quella che si conosce normalmente è solo il dieci per cento della vera autostrada virtuale) e per finire la lauta spesa sostenuta per poter ottenere documenti acquisiti ed esportati laddove difficilmente la feccia che si crede onnipotente potrà arrivare a riprenderseli, scartoffie che saranno usate qualora si dovesse salire di grado in questa guerra perché se come detto il Re può esser nudo, facile sarà metterne in mostra l’assenza di quegli attributi che dice d’avere.
Per concludere questa prima porzione di pietanza lungamente cucinata, va detto che le udienze ed i colloqui che ho dovuto sostenere per questa storia sono stati tutti registrati ed in tal frangente va evidenziato qualcosa di comico, poi ridotto al rango di squallido.
In un’udienza che mi ha visto presente in qualità d’imputato, s’è presentata come giudice una donna che nel caso specifico ha mostrato tutto il suo imbarazzo al mio cospetto. Potrei dire tante cose, ma siccome le stesse (come detto sopra) sono registrate, eviterò d’esporle perché vorrei salvaguardare la dignità di quella persona che tolta un’azione che lascerò comunque fuori dal discorso, (avrei potuto neutralizzarla se solo gambatesaweb non fosse nato per venir sacrificato come da programma) quel giorno ha fatto di tutto per chiudere l’udienza senza prendere in esame il mio caso, rimandando ogni decisione ad una sua collega che qualche mese dopo mi ha assolto.
Quel giorno, mentre veniva aperta l’udienza, da sobrio, mi è venuto in mente di commentare le fattezze di chi avrebbe dovuto giudicarmi e rivolto al mio avvocato ho detto: ‘se questa è chi mi deve condannare, almeno lo farà una bona!’, al che Stefano, nell’esortarmi a star zitto, lo ha fatto con un sorriso che evidentemente mi dava ragione. Qualche giorno dopo, trovandomi in un convivio in compagnia tra gli altri di una persona che ora è nel mondo della verità, ho raccontato l’episodio che avrei voluto fosse esclusivamente esilarante. Non è stato così perché la risposta che mi è giunta proprio da chi sta nel mondo dei ‘Più’ è stata: “Beh? Qual è il problema? Se ti piace, provaci. Quella è divorziata!”, affermazione che mi ha tenute ferme le mani, dato che chi l’aveva proferita fu donna e non mi sarei mai sognato di picchiarla, nonostante i presupposti per farlo erano piuttosto invitanti.
Ma… Le Carte Da Mostrare? Tranquilli: Alla Prossima Puntata!