Di Vittorio Venditti
Anche Per Questo, Ci Vuole La Raccomandazione?
Risolto almeno temporaneamente il problema “Contratto degli Spazzini”, rimaniamo nel ramo per occuparci di un’altra questione che, più passa il tempo, più diventa ridicola.
Parlo del conferimento e dello smaltimento dei Beni Durevoli.
Tu che, come me, vivi a Gambatesa, sicuramente ti sarai posto il problema, magari in occasione del cambio di un elettrodomestico, piuttosto che di un materasso o di parte del mobilio di casa.
In molti, quand’è stato necessario, senza volerlo nascondere, abbiamo escogitato le più strane soluzioni, non ultima quella di abbandonare il nostro rifiuto nei più svariati posti.
Da Qualche anno, anzi, da un paio di decenni buoni, ho posto il problema all’attenzione delle amministrazioni municipali che si sono succedute nel tempo.
L’attuale Sindaco, avendo governato Gambatesa, a capo di varie compagini, è stato da me tartassato più volte.
La risposta, però, è stata ed è sempre la stessa.
Considerato che Gambatesa, a differenza dei comuni limitrofi,, (vedi ad esempio Pietracatella), non ha la cosiddetta “isola ecologica”, ufficialmente i sindaci rispondono che, per disfarsi dei beni durevoli “bisogna arrangiarsi”.
Altre volte, sostengono che non è un problema di loro competenza, tanto che a me sorge spontanea la domanda di rito:
“ma è di vostra competenza, esclusivamente l’esazione della TARSU?”
A questo punto, la mia pazienza cessa di essere tale, per cui, all’affermazione secondo cui diventa legittimo per il cittadino conferire il rifiuto durevole, portandolo direttamente davanti al portone del municipio, il Sindaco di turno, forse per sfinimento, si lascia scappare la solenne frase che, più o meno, recita come segue:
“Se hai qualcosa da buttare, fammelo sapere con un minimo di preavviso, così, che io ti possa dire dove andare a depositare questi rifiuti, e se qualcuno ti dice qualcosa, potrai dire che l’ordine di deposito te l’ho dato io”.
Fatta salva la buona volontà, mi permetto di ricordare al Nostro Sindaco che, comunque, tutto questo panegirico rasenta l’illegalità e che, pertanto, più che tenere in piedi l’eterno provvisorio, sarebbe il caso di prendere una volta e per tutte il toro per le corna, costruendo una piazzola, omologata per la raccolta dei rifiuti non conferibili nei normali cassonetti.
Come finanziare un simile progetto?
Evitando, ad esempio, di fare feste e festini a spese del contribuente, contribuente che sarebbe sicuramente più appagato e soddisfatto se i soldi provenienti dal gettito fiscale venissero reinvestiti per il proprio bene, in questo caso, sicuramente più durevole di una festa che si esaurisce in mezza giornata.
Va da sè che a ciò andrebbe accompagnata un’oculata politica di giusto risparmio, da applicare all’atto della definizione della gara d’appalto, politica che, ad esempio, più che dare la possibilità di subappaltare i lavori, costringesse il vincitore della gara stessa ad occuparsi dell’impegno assunto, eliminando il più possibile i fronzoli che, giorno per giorno, la politica ci ha abituato a tollerare.
Non mi si venga a dire che le leggi non permettono una simile azione, perché mi vedrei costretto a risponderea chi fa simili affermazioni che il dovere di chi viene eletto è proprio quello di legiferare, possibilmente per il bene suo, ma anche di chi ha dato all’eletto stesso l’esclusivo incarico di farsi rappresentare.
Ancora meglio, se si predisponesse, poi, un servizio di raccolta dei materiali riciclabili, ad esempio, adottando lo stesso sistema in uso presso alcuni comuni del piemonte, ove, a fronte di un quantitativo di rifiuti già differenziati, chi li riceve, dà un compenso, magari espresso in sconti sulla futura TARSU che il cittadino dovrà versare per quell’anno.
A tutto ciò, consegue che il materiale raccolto venga venduto al miglior offerente, il quale, a sua volta, risparmiando sull’acquisto di materiale non riciclato, se ne vedrà di bene nel rimetterlo in commercio, dopo averlo trasformato secondo la propria produzione.
Concatenando la raccolta dei rifiuti a quella dei rifiuti da beni durevoli, e permettendone anche la separazione con questi incentivi, oltre a tenere il nostro territorio più in ordine, si potrebbe creare qualche migliore occasione di lavoro, sia per chi già opera nel campo, sia per altri nostri concittadini.
Che ne pensi, Sindaco?
Per una volta, puoi farmi l’onore di dare una pubblica risposta a noi gambatesani?
Devo, per caso, ricordarti che se è nato questo sito, ciò, per tua disgrazia, è avvenuto a seguito di una tua idea?
La mia maleducazione, mi obbliga a darti un ulteriore suggerimento:
Se non vuoi rispondere da questa Voce, fallo almeno dall’altro blog, o, se ti sembra più istituzionale, dal sito municipale.
Purchè tu lo faccia!