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RACCOLTA DIFFERENZIATA A GAMBATESA: Abbiamo Persa Un’Altra Occasione

Di Vittorio Venditti

Giorno E Mese Sì: Ma L’Anno D’Inizio?

Avevo iniziato in altra maniera questa mia farneticazione, ma non posso non rimarcare con un conato di vomito, la differenza abissale che esiste fra la gestione del municipio del piccolo borgo di Firenze, (Vedi Lettera precedente), ed il duro lavoro combinato con l’alta competenza, espressi da chi governa il capoluogo di provincia, nonché città di nobili origini che risponde al nome di Gambatesa.
Attenendoci al tema, va detto che il Sindaco Emilio Venditti, dalla precedente Enews dello scorso quindici aprile, (qui se vuoi rileggere lo scritto), ha portate a termine talmente tante azioni che mi resta difficile ricordarle a memoria; in particolare, (e questo è in tema), a Gambatesa, si è raggiunto il settant’otto per cento della raccolta differenziata, cosa che a Firenze possono sognarsela, atteso che là non si sia ancora partiti con tale forma di civiltà…

Ma Che Cazzo Sto scrivendo!
Sono ubriaco senza bere!

Sveglia, e torniamo alla realtà dei fatti con il vero incipit!

Non sono stato cattivo profeta, nel dire quanto proposto nell’odierno sottotitolo, a proposito della raccolta differenziata a Gambatesa: Qui, se vuoi rinfrescarti la memoria.
Il primo di luglio in effetti è arrivato ed è pure passato, e con la faccia di bronzo, tipica della nostra amministrazione municipale, ecco che ci vengono propinate le solite [download id=”402″ format=”2″], con la riproposizione dello status quo, intesa anche come contratto per gli spazzini che, a detta del Sindaco sarebbe cambiato all’attuazione della raccolta differenziata per l’appunto; ciò, vuol dire quindi, che gli spazzini medesimi sono ancora senza un contratto regolare e che risponda davvero al loro status lavorativo.
A tal proposito, c’è qualcosa che bolle in pentola, ma mi riservo di scriverne se e qualora la cosa stessa si dovesse rivelare deleteria per i miei amici, atteso che io non molli, nemmeno di fronte a forme più o meno subdole d’intimidazione, proposte nei miei confronti ma principalmente verso gli spazzini e miseramente fallite, o utili per scatenare una guerra contro gentaglia che, venendo a Gambatesa ed approfittando dell’appoggio politico di chi ne è maestro, pensa di poter bypassare impunemente ogni forma di diritto, tale in quella che si dice società civile.

A Riccia, Jelsi, Gildone e San Giovanni in Galdo, nel frattempo si stanno facendo passi avanti in argomento, così da relegare i soliti ritardatari della valle del Fortore alle posizioni normalmente assunte dai genitali del cane: Le ultime disponibili prima del circo dei pagliacci, luogo al quale siamo sempre più e meglio relegati.

Cambierà qualcosa a breve?
Allo stato attuale, parrebbe proprio di no.

Già scritto e riscritto di uno strano salto carpiato che ha vista la locale amministrazione municipale, passare da una piazzola per il deposito dei rifiuti, di costruzione privata, ed attesa per anni, ad una non meglio precisata piazzola municipale, posta all’altezza del depuratore, luogo però ancora non operativo, (vedi link proposto sopra).

Cosa ci dobbiamo sentir dire a scusante della mancata partenza di un servizio nuovo per noi gambatesani ma più che rodato, (oserei dire quasi obsoleto), in altre parti, non d’Europa, (l’argomento ci starebbe pure), ma d’Italia?
Non dell’Italia del nord, (spesso tutto fumo e niente arrosto), ma di zone conosciute come “Sporche”, zone che però risultano all’avanguardia in fatto di raccolta differenziata dei rifiuti, vedi Salerno?

Questa è l’ennesima farneticazione in argomento che forse verrà letta e sicuramente verrà inascoltata e derisa da gente troppo impegnata a prenderci per i fondelli.
Questa però, insieme alle altre, sarà a tempo debito proposta a chi, aspettato al varco, non potrà non sottrarsi dalle considerazioni dei cittadini che, con fiducia hanno votato, e con sufficienza, per non dire con disprezzo, sono stati ricambiati da gente posta a propria rappresentanza, gente che, come si vede per il tema odierno, non ha assolto al dovere per il quale è stata eletta.