Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Sia Chiaro: Senza Astio O Risentimento Alcuno
Premessa:
Quanto stai leggendo oggi, in realtà era stato preparato lo scorso diciotto giugno; poi, eventi ritenuti più impellenti, mi hanno costretto a posticipare questo mio farneticare, proposto oggi senz’alcuna attinenza agli ultimi fatti “vaticani”, (o per meglio dire: Più che italiani), dei quali parlerò forse domani o al più tardi dopodomani, volendo scrivere qualcosa di più completo.
Eccomi dunque a quanto scritto quel giorno:
Già vedo lo “scrutatore non votante” ma sempre benpensante di turno leccarsi i baffi che magari non ha, che sogghignando nel leggere questa mia, starà pensando: “Adesso sì che si accende il fuoco!”.
Già vedo la preparazione nell’oliare le armi, azione messa in atto dall’esercito di difesa ad oltranza di chi deve farlo… senza neanche sapere da cosa difendersi.
Spiacente per queste bestie, ma non sono belliche le mie intenzioni; quindi, se è questo lo spirito con il quale magari anche tu mi leggi, puoi tranquillamente chiudere questa pagina, perché se è vero che io l’abbia giurata all’attuale gestore del palazzo di culto cattolico di Gambatesa, è altrettanto sacrosanto che voglia scrivere del fatto che sto per trattare, semplicemente per riportarlo alla luce in attesa di vedere qualche cambiamento in merito, (magari per il prossimo quindici di agosto), non tanto per me che comunque avrei poco da vedere, quanto per i molti che vigliaccamente ed in sordina si lamentano dello status quo, delegando passivamente i pochi temerari che periodicamente ci provano, a far cambiare qualcosa per l’appunto.
Dunque, le intenzioni proposte da questa farneticazione sono le solite, e non è colpa mia se vengono recepite con il male nell’anima di chi in questa dovrebbe custodire solo il bene.
Ma passiamo ad analizzare i fatti.
La sera dello scorso diciassette giugno, si discuteva del più e del meno davanti alla solita cassa di birra, quando, (non ricordo neanche bene il perché), Johnny, al secolo Giovanni Abiuso, ha tirato fuori il discorso degli ex voto dedicati a Gambatesa, in particolare alla Madonna della Vittoria.
Da quando ho avuto modo di interfacciarmi nel bene o nel male con la chiesa cattolica gambatesana, (e parlo dei primi anni ottanta del secolo scorso), periodicamente in tanti ne hanno dette di tutti i colori sulla mancata esposizione di questo tesoro, costituito da tanti oggetti, più o meno preziosi, lasciati dalla gente gambatesana di ogni tempo in segno di gratitudine alla madonna, ma anche ad altri santi.
Lasciando per altre farneticazioni ad esempio quanto accadde nel millenovecent’ottantaquattro a proposito della gestione dei terreni lasciati a Santa Filomena, e volendomi attenere esclusivamente al tesoro della Madonna della Vittoria, posso dire di aver sentito in merito, di tutto, di più; fra l’altro, periodicamente sento gente che mormora del fatto che il Parroco abbia venduto di nascosto e per proprio guadagno il tesoro…
Come detto, io a don Peppino l’ho giurata, ma non dirò mai che abbia venduto il tesoro, perché se è vero che lo consideri un delinquente per quanto mi ha fatto specialmente nell’ultimo periodo, è altrettanto per me impossibile che il Nostro possa compiere un’azione così abominevole.
Insomma: Parafrasando San Tommaso apostolo e credendoci seriamente, se non vedo con i miei occhi, e non tocco con le mie mani, mi rifiuto e continuerò a farlo per sempre, di credere ad una simile idiozia.
Come detto, non credo che la Voce del Popolo in questo caso abbia ragione e lo detto chiaramente, così come prometto solennemente che sarò durissimo nel malaugurato caso in cui questa assurda quanto remota teoria dovesse rivelarsi reale in tutti i sensi.
Ho detto ciò per ingraziarmi chi considero mio acerrimo nemico?
Ma sai quanto me ne potrebbe fregare?
D’altra parte, dopo quello che già mi ha fatto, che altro potrebbe farmi?
No, perché ora arrivo al dunque.
Come detto, io credo che gli ori e gli altri oggetti preziosi siano nella disponibilità della Chiesa, intesa come comunità gambatesana, quindi, a mio parere, chi ha contribuito alla costituzione di un simile tesoro, può avere la tranquillità e la garanzia della presenza in loco di tali beni.
A questo punto però, fatto il primo passo, (che se fosse stato proposto secondo la stupidaggine alla quale non credo, avrebbe risolta la questione sul nascere anche se in maniera negativa), risulta ovvio fare il passo successivo, chiedendo l’esposizione del materiale in questione, assunto che come accade ad esempio a Napoli per il tesoro di San Gennaro, questi beni siano della Madonna e debbano appartenere alla nostra Matrona anche fisicamente, mettendone in risalto anche l’esteriorità.
Con ciò, voglio dire che se si ritenga giusto dare un volto fisico a chi è Superiore, sia corretto altresì assegnare a questa Persona anche ciò che in tanti hanno voluto per Lei, in segno di gratitudine e di rispetto.
Stando al Dire di Johnny, lui ha provato a porre il problema a don Peppino, il quale, per tutta risposta, ha accampato una scusa che secondo me ed anche secondo tanti altri, Johnny compreso, parlando di figure sacre, non sta ne in cielo ne in terra.
Pare che don Peppino abbia detto che per esporre il tesoro della Madonna della Vittoria, si debba costituire per questo, una sorta di scorta armata a sua difesa o qualcosa che ci vada molto vicino.
Ma come!
Se già nei paesi limitrofi, uno per tutti: Volturino (FG), le statue escono in processione con un quantitativo di gioielli ed oro che farebbe l’invidia di Paperone!
Ma se a Napoli, notoriamente città non proprio esente da furti, l’oro di San Gennaro è stato rubato solo per scherzo da Totò e compagni, con il finale a tutti ben noto!
Stando sempre alla testimonianza di Johnny, pare che fra l’altro, don Peppino abbia posto un problema a dir poco singolare: “Chi si prende la responsabilità di un tale evento”?
Rispondo io: Ma senz’altro chi gestisce la baracca!
Se la chiesa è gestita dal Parroco, come tutte le altre chiese che hanno al loro interno ex voto, anche la chiesa di Gambatesa va trattata allo stesso modo!
Lo dice anche don Peppino che la chiesa è un luogo privato e che come tale quella di Gambatesa la gestisce lui.
Quindi, atteso che la gente abbia il diritto di voler vedere la Madonna della Vittoria, (che ricordo a me stesso, non è protetta da marchio registrato), con i propri gioielli, anzi, con i gioielli che la gente stessa ha dati alla Madonna medesima, risulta corretto, se non ovvio che chi gestisce tutto l’Amba Aradam, oltre agli onori debba acquisire anche gli oneri.
…Mi sembra di aver detta questa cosa anche per altre realtà locali…
Forse mi sto ripetendo un po’ troppo?
Forse lo sto facendo per entità che fra loro non si discostano molto nel tipo di gestione che prende ma non dà?
Perché essere diversi?
Per chiudere, se per “accendere il fuoco s’intende quanto io non tengo nella benché minima considerazione, nonostante il fatto che potrei cavalcare l’argomento traendone vantaggio politico, la cosa è lontana da me, anzi, è ai miei antipodi come termini di pensiero; se invece per accendere il fuoco vogliamo considerare il fatto di aver riportato a galla ciò che in molti ritengono un problema non risolto, questo corrisponde all’obbiettivo che mi sono posto con la mia odierna farneticazione, scritto che vuol essere di sprone al raggiungimento del mettere in mostra quanto si ha di bello da mostrare, anche in funzione d’immagine per lo sviluppo di un turismo che, pur avendo tutti i presupposti per esplodere, noi gambatesani preferiamo tenerlo prigioniero nel suo essere nulla.
Questo è quanto ho da dire in merito e su questo ora attendo cambiamenti, che se non verranno posti in essere, diventeranno il motivo che di conseguenza affiderò all’esame della tua intelligenza, esame che chiuderà l’argomento liberalizzando ogni congettura che da quel momento avrà egual valore in termini di verità o menzogna, in attesa di quanto poi, secondo i Suoi tempi, la Madonna stessa disporrà per risolvere la questione secondo i Suoi desideri.