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Siamo Tutti Spiati!

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet

Ma Va?

Giulio Andreotti

Torno volentieri su un argomento che ho già trattato più volte, sia da quest’inutile sito, sia alla radio, con chi, incredulo, mi ha sempre dato del pazzo visionario se non dell’esaltato, al sentire certe mie affermazioni secondo le quali non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

Per quanto mi riguarda, la gente, soprattutto la gente “pecora”, abituata a stare nel gregge, può belare quanto vuole, tanto il belare in questione lascia il tempo che trova; questo modus operandi, già messo in pratica da altri personaggi più o meno in vista di Gambatesa, copiato da chi scrive, è utilissimo per creare frustrazioni nei propri avversari, per cui, assaggiati gli effetti, godo nel propormi allo stesso modo verso chi mi ha impartiti simili insegnamenti, felice di ripagare costoro ed i miei avversari con la loro stessa moneta.
Voglio dire con ciò che se mi sono stati affibbiati a suo tempo certi “titoli”, ne vado fiero anziché offendermi, sapendo bene che io ho gestita e riesco a gestire la situazione, mentre le pecore di cui sopra ora si lamentano per presunte “tosature” non autorizzate.

Parlando dunque del fatto che si possa essere spiati, va detto che ciò è stato possibile prima dell’avvento dei moderni sistemi di comunicazione, magari utilizzando la spia per eccellenza: La donna, (non necessariamente bella), che per questo si prostituisce all’uomo che crede da quel coglione che è di dominarla, (non solo avendo rapporti sessuali con il corpo, cosa naturale, ma soprattutto mettendo a disposizione il proprio cervello, notoriamente con maggiori capacità riflessive rispetto a quello maschile), Matahari docet, se si vuole considerare la spia militante e militare, tralasciando le tante altre situazioni nelle quali probabilmente l’arte dello spionaggio riesce a fornire lauti guadagni a chi ne approfitta e gravi, se non irrecuperabili perdite, a chi ne è l’obbiettivo da colpire.

Considerando Passato, il periodo della spia umana, con l’avvento delle trasmissioni a distanza, si può dire che lo spionaggio ha spesso colpito gl’imbecilli o chi è stato troppo sicuro del proprio operato.
Un esempio per tutti, è la famosa Disfatta di Caporetto.
Nel millenovecentodiciassette, in piena guerra, la radio di Marconi compiva progressi nel crescere, proprio grazie all’uso che se ne faceva durante l’attività bellica.
Gli eserciti si affrontavano corpo a corpo e le comunicazioni, se in trincea venivano tenute a mezzo telefono, con qualche possibilità in più di far passare messaggi senza incorrere nell’ascolto da parte del nemico, (allora si poteva visto che i telefoni erano collegati l’uno all’altro con centralini primordiali che non permettevano la connessione automatica), a distanza gli ordini venivano trasmessi con radio allo stato quasi embrionale, apparecchi che fra i difetti più importanti avevano quello di non essere criptati, quindi ascoltabili non solo da chi doveva interloquire.
E’ in quest’ottica che si è verificato il fattaccio.
Gli ordini che venivano trasmessi dagli Alti Comandi degli eserciti che si affrontavano, erano ascoltati anche dalla parte avversa, per cui, in quel dannato ottobre, gli austriaci, acquisite le informazioni trasmesse dai generali italiani alla truppa sul campo, forti anche di rifornimenti di mezzi e uomini giunti dal fronte russo, (nel frattempo dissolto), non hanno dovuto far altro che alzarsi dalle loro postazioni e prendere a cannonate quell’esercito di contadini avviato dai governanti romani al macello, contadini ai quali era stata promessa terra per andare in guerra e che invece avevano trovato spesso il “dono” della morte o quello, (quasi sempre più gradito), di venir fatti prigionieri da soldati meglio in arnese e che potevano sfoggiare comandanti più intelligenti della classe dirigente italiana del tempo… Solo del tempo?

Perché più intelligenti e fino a che punto, visto che in quel preciso caso si arrivò a far sì che le radio ricetrasmittenti italiane ed austriache, trasmettessero sulla medesima frequenza?
Solo per il fatto che l’alto comando asburgico riuscì a sfruttare la situazione che si era venuta a creare, ad esclusivo proprio vantaggio.

Senza continuare per lungo tempo il racconto della Storia, passiamo per caso a quanto accaduto a chi scrive, una ventina d’anni fa.
Fra i miei divertimenti che ho portato avanti con passione, quello dell’essere radioamatore, (CB e poi OM), oltre a farmi guadagnare danaro con il lavoro che svolgo attualmente, mi ha portato a conoscere ogni genere d’intrallazzo che si possa sviluppare in campo radiantistico, fra cui la possibilità di superare indenne quella barriera che le forze dell’ordine e lo Stato in genere, per loro addestramento e per loro credulità ingenua (o come preferisco dire io: Stupida), ritengono invalicabile.
In buona sostanza, dovendomi difendere da carabinieri che per tutta una serie di ragioni ho ritenuto infedeli all’Arma ed al lavoro per il quale venivano retribuiti, (facevano l’esatto contrario), alle apparecchiature ordinarie, per un certo periodo di tempo, ho accompagnato dispositivi che secondo gli allora miei avversari, potevano avere in dotazione solo loro.
Ricordo come fosse oggi, che nel millenovecentonovantadue, nel dire all’allora appuntato Davide Luigi Mirra, (in forza alla caserma di Gambatesa, che però non era fra i “cattivi” anzi…), che ero in condizione di ascoltare le comunicazioni che intercorrevano fra i carabinieri, via radio, al telefono e a mezzo fax, Questo, con quella sufficienza che si potrebbe sintetizzare con il solito “va beh, ha parlato il povero cieco visionario”, mi rispose: “Puoi dire quello che ti pare; è impossibile che tu possa ascoltare le nostre comunicazioni!”.
Quest’affermazione, diede la stura a tutta una serie d’intercettazioni nei loro confronti, composte anche di passaggi di sintonia pilotata a mezzo toni subsquelch che evito di definire meglio, operazioni portate da quel momento avanti per sfida, oltreché per difesa personale.
Insomma: Le informazioni d’ogni genere che arrivavano in caserma a Gambatesa, venivano passivamente duplicate sugli apparati che avevo in casa all’epoca, senza che nessuno potesse accorgersene, proprio grazie all’azione passiva e senza emissione di segnale spurio.

Per inciso: Se volessi, potrei divulgare ai quattro venti tutta una serie di dati sensibili e tecnici che ancora oggi ricordo a memoria, come ad esempio l’intera maglia di comunicazione dei carabinieri del Molise, maglia che aveva le stazioni di coordinamento a Campobasso, Isernia, Termoli, Agnone e Larino, (Intelligenti Pauca); di queste stazioni e delle loro figlie, conosco a memoria i numeri di identificazione e potrei recitarli come se si trattasse del Rosario, delle radio ricetrasmittenti fisse e installate sulle unità mobili di stanza in ogni caserma, oltre ai codici subsquelch utilizzati per paracollegamenti analogici, alle frequenze assegnate ed alla differenza di frequenza che veniva utilizzata fra i dispositivi di trasmissione e ricezione di ognuno di questi apparati, divisi per genere.

Va da sé che la cosa non si è fermata ai carabinieri, ma ha raggiunto anche polizia, guardia di finanza, aeronautica, esercito in genere, pompieri, forestale ecc., visto che com’è dimostrabile, in analogico tutto è ascoltabile, basta avere la giusta attrezzatura, acquistata sul mercato o preferibilmente costruita in maniera artigianale, operazione sicuramente meno costosa e più anonima.

Agli ascolti diciamo così “Vietati”, generalmente accompagnavo il sentire le trasmissioni ordinarie di radio e televisioni, pubbliche e private, italiane ed in diversi casi estere, non dalle frequenze ordinarie, ma dai cosiddetti ponti di cascata, che non sono altro che delle frequenze di transito ad onde ultracorte, necessarie alla costituzione di un network a largo raggio.

Tornando alle forze dell’ordine, va aggiunto che oggi gli apparati radio vengono utilizzati di rado, visto che è preferibile, soprattutto per comodità di gestione, tenere a portata di mano un telefonino o, là dove serva, un tablet, anch’essi sostanzialmente radio ricetrasmittenti, anch’essi ovviamente intercettabili ovvero intercettati secondo le moderne tecniche, a volte meno costose delle precedenti.
Da dire però che se non mi addentro e non pubblico i dati di cui sopra, non è per paura del “solerte magistrato”, (se fosse per questo motivo lo farei, anzi, l’avrei fatto da tempo, non fosse altro che per vedermi convocato e potergli sputare in faccia tutto il mio odio per il suo modo di svolgere il proprio lavoro in mio favore in tutti questi anni, sputo reale, non certo metaforico), o del moralistame di turno; se non divulgo quanto a mia conoscenza è per il profondo rispetto che ho per i carabinieri, la polizia e le altre forze dell’ordine in genere, che non smetto mai di ringraziare per il lavoro che fanno, e che solo per questo motivo mi vedranno tacere quanto in mia conoscenza, anche sotto la minaccia delle armi.

Questo per le trasmissioni analogiche: E per il digitale?

Paradossalmente, in questo caso è ancora più semplice ascoltare o se lo si vuole, disturbare ogni comunicazione; basta fornirsi della giusta tecnologia che allo stato attuale costa anche meno di quella che utilizzavo io vent’anni fa.
L’unica reale accortezza da tener presente è quella di non lasciare tracce scritte di ciò che si fa e di avere una memoria ferrea, da utilizzare qualora si voglia far danno con ciò che si conosce.
Va detto infatti, che se è vero che le comunicazioni digitali, per loro natura lascino tracce inequivocabili della loro presenza in etere, è altresì sacrosanto che le tracce medesime possano essere falsate ad arte.
Attenendomi dunque a questa regola elementare, posso dire che a Gambatesa, se ho definito idioti certi personaggini di quarta scelta che pensano di nascondersi o peggio di allontanare chi scrive ora, solo perché ritengono ancora possibili giochetti politici o pseudotali da portare a termine di nascosto, presentandosi con le loro sporche facce da lindi e pinti, se li ho potuti definire imbecilli dicevo, è solo perché la realtà dei fatti prevede che qualsiasi cosa si voglia sapere, allo stato delle cose la si sa e la si conosce anche meglio, tenendo le giuste distanze.
Insomma: Se e quando vorrò scrivere qualcosa che (definita privata), io riterrò nociva per me e chi mi è caro, lo farò, sbugiardando queste mezze tacche e divertendomi come un matto di conseguenza.

Tornando all’essere spiati tout court:

Sapevi che tenendo il cellulare in tasca, anche spento ma con la batteria inserita, sei tracciabile in ogni momento?
Sapevi che quanto appena espettorato vale anche per tablet e computer in genere, purché muniti di una fonte di ricetrasmissione, non importa se cablata o wireless?
Sapevi che i sistemi di rilevamento satellitare, solo perché installati sulle auto, a meno di non voler nascondere i mezzi e renderli così non più utilizzabili per lo scopo per il quale sono stati costruiti, rendono visibile la posizione del veicolo in questione, solo perché il dispositivo è collegato alla fonte energetica che lo tiene in vita, senza la quale, anche il GPS è uno strumento inutile?
Sapevi che le informazioni proposte sugli schermi dei GPS, a piacimento del gestore della rete in questione, possono essere modificate, quindi non si sa mai con certezza se siano reali?
(accade spesso in prossimità di basi militari; così, come può avvenire se ci si trovi in nazioni in conflitto ecc., tanto si può dare sempre la colpa al momentaneo mal funzionamento della rete satellitare…).
Sapevi che ogni sistema che si ritenga invulnerabile, sia informatico che non, può essere aperto, magari a mezzo virus?
(Questo lo sanno anche i bambini!?.

Ma poi, a parte lo spionaggio portato a termine nei confronti di tutti noi in tempo reale e con i normali mas media: Non credi anche tu che il fatto stesso di poter controllare i conti correnti ed ogni altra forma di interazione fra cittadini, compresa la possibilità d’inviarti questionari, che se in apparenza ti propongono una collaborazione con le autorità vigenti, (vedi censimento), in realtà servono solo a determinare il modo di tenerti sotto controllo, magari inviandoti pubblicità mirata, per il solo reale guadagno di chi trasmette, guarda tu alle volte il caso, in genere chi ha il potere di farlo?

Potrei andare avanti ancora per un bel pezzo e tediarti, ma poi dovrei ricevere il tuo giusto lamento, dovuto al fatto che abusando della tua pazienza, avrei messa in dubbio la tua intelligenza.
Per questo mi fermo, dicendo solo che quanto sta accadendo ad Edward Snowden e prima di lui a Julian Assange, (che non sono donne, bada bene), non è altro che solo l’ipocrita punta di un iceberg, oggi di moda e utile a chi deve coprire le sue manovre e pensa che sia io che te, siamo così dementi da non considerare che da sempre, chiusa a chiave una porta, si trovi il grimaldello per entrare nell’ambiente che si ritiene protetto da quella chiusura, così come si possa tranquillamente acquisire ogni tipo d’informazione che si trasferisce da una persona all’altra, proprio perché per forza di cose l’informazione stessa viene comunicata e per questo veicolata.
Insomma: Questi guardoni, non vogliono ammettere che noi sappiamo bene che una volta fatta la Legge, nasce quasi automaticamente anche l’inganno, cosa che invece viene abilmente compresa dal Mossad, (il servizio segreto israeliano), che come il “Segreto Di Pulcinella”, agisce in maniera individuale e cellulare senza collegamenti importanti fra gli agenti eccetto quelli ritenuti essenziali, cosa che, in buona sostanza, viene messa in atto anche da Al Qaeda.

Alla faccia di Echelon, mi viene spontaneo tornare a “bomba” per dire che se io ho deciso di non divulgare i dati dei quali ho parlato sopra, considerato che sono nella mia testa, a meno che qualcuno non adotti il metodo con il quale le SS prima e gli altri servizi a seguire estorcevano le informazioni a chi desideravano imporre questa forma di tortura, (metodi chimici, altrimenti definiti droga), nessuno potrà mai sapere queste cose da me; sarebbe però sufficiente che io mettessi per iscritto quanto a mia conoscenza, e nulla sarebbe più al sicuro, (Padre Giulio docet).

Per finire, come ho detto in varie occasioni ai soloni che dicono di saperne di più, se volete, spiatemi pure; anzi, se vi servono, le IMEI e i codici sim o quant’altro di simile, posso fornirveli direttamente io senza alcun problema.
Sappiate però, che quanto veramente si vuol tenere segreto, può essere realtà e non riuscirete mai a scoprirne il contenuto, a meno di non essere Dio.

Sì, perché qualche possibilità di segretezza esiste ancora; ma è tale, per cui non riferibile.