Di Alessandra Longano
1°: Nell’ambito del programma Intelligent City Challenge (ICC), al quale il Comune partecipa, ieri pomeriggio presso la sede di Confindustria Molise s’è svolto il workshop dedicato alla promozione del Local Green Deal ‘Campobasso GreenHouse 2030’. L’evento, organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con Ance ACEM, l’Ordine degli Ingegneri e l’Ordine degli Architetti della provincia di Campobasso, rappresenta un ulteriore passo verso l’attuazione degli obiettivi del Green Deal europeo e della transizione verde e digitale.
L’Intelligent City Challenge è un’iniziativa della Commissione Europea che sostiene le città nel loro processo di transizione attraverso i Local Green Deals (LGD), promuovendo l’adozione di tecnologie avanzate per migliorare la competitività economica, la resilienza sociale e la qualità della vita dei cittadini. Campobasso utilizza i Local Green Deals come strumento strategico per accelerare le azioni di sostenibilità a livello locale, coinvolgendo reti di stakeholder che collaborano con l’amministrazione per realizzare iniziative concrete.
Durante il workshop è stato presentato il Local Green Deal sul tema dell’energia, con l’obiettivo di promuovere il modello d’autoconsumo collettivo nei condomini entro il 2030. Sono stati analizzati i possibili scenari d’attuazione del decreto CACER, considerando la limitazione del bando PNRR per le comunità energetiche ai comuni sotto i 5000 abitanti e la strategia per far leva sul contesto urbano di Campobasso. Secondo i dati ISTAT 2011, Campobasso conta 5153 edifici residenziali, il 53% dei quali (2777) ha tre o più piani e oltre il 39,9% presenta almeno tre unità abitative per edificio, configurandosi come condomini. Questa percentuale sale al 62% se si considerano edifici con due o più interni. Tali dati evidenziano l’importanza di promuovere modelli d’energia condivisa come leva di sostenibilità e partecipazione collettiva.
L’incontro ha visto l’intervento dell’ufficio programmazione del Comune con la collaborazione di Luca Di Domenico che ha illustrati gli elementi chiave del decreto CACER e il modello d’autoconsumo diffuso nei condomini. S’è inoltre ribadita la prossima formalizzazione del Local Green Deal, che sarà siglato durante una cerimonia ufficiale.
2°: S’è tenuto questa mattina un webinar organizzato dall’ANCI Nazionale, volto a definire le linee guida per i modelli organizzativi degli Ambiti territoriali sociali a livello nazionale.
Per l’Ats di Campobasso, l’assessora comunale alle Politiche sociali Bibiana Chierchia ha rappresentato il nostro territorio, evidenziando la complessa fase di transizione in corso. In particolare, ha sottolineata la doppia sfida legata sia al nuovo Piano sociale regionale che necessita d’essere condiviso tra i presidenti degli Ats e tutti i sindaci, sia alla forma organizzativa con cui i Comuni dovranno decidere la governance degli Ambiti stessi.
Durante il suo intervento, l’assessora Chierchia ha condiviso quanto deliberato recentemente dalla giunta Forte sulla redazione del Piano sociale regionale 2025-27. Ha espressa una posizione di netto dissenso verso la proposta di riduzione degli Ambiti da sette a tre, ribadendo che la metodologia per la predisposizione del nuovo Piano deve necessariamente includere una fase preliminare e strutturata di consultazione, concertazione e coprogettazione. Tali passaggi sono fondamentali per garantire il pieno coinvolgimento degli enti locali e dei soggetti interessati. Eventuali modifiche all’organizzazione degli Ats, inoltre, devono essere il frutto di un confronto istituzionale trasparente e conforme ai principi sanciti dalla normativa vigente.
3°: Venerdì 14 febbraio alle 18:00, presso le sale del Circolo Sannitico, si terrà un incontro con la fotografa Luana Rigolli. L’evento è parte della prima edizione del progetto “Oltre la Fotografia”, organizzato dall’associazione Il Cavaliere di San Biase APS, in collaborazione con Molise Foto Incontri Fotografici, il Comune di Campobasso e Paideia, la rassegna di Memoria storica e Cittadinanza democratica promossa dall’assessorato comunale alla Cultura.
Durante l’incontro, Luana Rigolli presenterà il suo progetto fotografico “L’isola degli arrusi”, in dialogo con la prof.ssa Rosanna Fanzo.
Il progetto esplora una triste pagina della storia italiana: durante il regime fascista, centinaia di uomini furono arrestati e mandati al confino sull’isola di San Domino, alle Tremiti, con l’unica colpa di essere omosessuali. Tra le province italiane, Catania si distinse per il numero di arresti: 45 uomini furono accusati di “pederastia passiva”, un reato contro il buon costume e l’integrità della razza.
La Rigolli, ispirata da un libro trovato nel 2019, ha deciso di raccontare questa storia attraverso la fotografia.
“A febbraio 2019 sono entrata in una libreria alla ricerca di libri che potessero darmi alcune idee per nuovi progetti. Ho trovato un libricino che s’intitolava ‘La città e l’isola’, che parlava degli omosessuali di Catania durante il fascismo. In quel preciso momento ho capito che volevo raccontare questa storia con la fotografia – spiega l’artista -”.
Attraverso un attento lavoro di ricerca presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, l’autrice ha ricostruiti fotograficamente i luoghi della loro amata Catania da cui furono strappati e ciò che i loro occhi vedevano dalla terra di San Domino, utilizzando schede biografiche, documenti, lettere e referti medici.
“Mi piace lavorare sui luoghi remoti o sulle isole, specialmente fuori stagione: sono dei piccoli mondi in cui è ancora possibile trovare qualche storia da raccontare anche nella semplicità più assoluta – dice Luana Rigolli -. Mi piace il concetto di isola perché è un luogo ben definito nel mappamondo. Quando mi immagino su un’isola, immagino esattamente quel puntino dello spazio che andrò ad ‘abitare’ per quel determinato tempo in cui sarò lì”.
«È una storia poco conosciuta – spiega Antonella Struzzolino – presidente dell’associazione “Il Cavaliere di San Biase” -, nonostante tocchi luoghi vicini a noi. Le vittime, una volta riacquistata la libertà, per senso di pudore e per non esporre i familiari ad ulteriori umiliazioni, decisero di non parlarne. Dalle lettere accorate che scrivevano dall’isola, in cui chiedevano la loro scarcerazione, s’evince il grande senso d’ingiustizia. L’omosessualità era il prezzo che dovevano pagare! Credo che il lavoro di Luana Rigolli, in questo contesto storico, acquisti una valenza fondamentale. Anche se probabilmente non si corre il rischio che tali ingiustizie si possano ripetere, bisogna fronteggiare e sensibilizzare attraverso l’arte un pensiero strisciante e subdolo che aleggia su tutti noi».