Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Timea
LAVORARE!!! Perché Proprio Noi?
E questa foto è nostra! Lo dico alla (persona) ladra che se ne è impossessata senza citare la fonte!
Ieri mattina, nella consueta telefonata, per non annullare l’ormai simpatica tradizione instaurata fra me e Stefano Venditti, un po’ per farci coraggio a vicenda, scambiandoci le nostre belle notizie, un po’ per esorcizzare quella iattura che è stata la repentina chiusura de Il Nuovo Molise, (che a dispetto dei detrattori, se tutto va bene potrebbe anche resuscitare, come fosse un novello Lazzaro), nel presentarmi il suo articolo che poi ho postato, il mio amico mi ha proposto d’integrarlo, con qualcosa che riguardasse il tema, visto dalla valle del Fortore.
Io non sono un Giornalista come sai, e non mi permetterei mai di mettere il becco nel lavoro di chi lo sa fare meglio di me; per questo, volendo comunque dire la mia, ecco quattro parole in merito, parole che forse ad alcuni non piaceranno, ma che purtroppo rispecchiano una triste verità che si cerca di combattere con metodiche, (a mio modesto parere), a dir poco inadatte, se non proprio stupide.
Già detto della volontà di voler uccidere in tutti i modi la valle del Fortore, qui l’espressione più emblematica di questa volontà, e tralasciando le tante proposte teoriche di rivalutazione di suddetta area, buttate qua e là da un politico, (ne parlo in forma asessuata), piuttosto che da un altro della stessa risma, gente che più che pensare alla nostra terra, ha desiderato e desidera tutt’ora farsi bella con il tema per trarne vantaggio, (mi verrebbe spontaneamente da dire: Come hanno fatto i proprietari de Il Nuovo Molise, buttato via, non appena i nostri hanno raggiunto lo scopo per il quale lo avevano fatto nascere, vale a dire riuscire ad entrare in politica), detto della volontà di criticare chi riesce finalmente a mettere in pratica quanto da altre parti genera pane per altri italiani, (Via Francigena In Primis), criticando per l’appunto con parole che ovviamente non hanno nulla di propositivo e tutto d’invidioso, (a proposito plaudo al lavoro di Michele Mucci che da qualche mese ha aperta una pizzeria presso il ristorante Tredici archi, così come mi congratulo con Giuseppe Candeloro (mbèmbè), che sta aprendo la stessa attività, questa volta a Gambatesa centro, alla faccia di chi dice che “sono tutte chiacchiere”), dette tutte queste cose, (e quante altre ce ne sarebbero da dire), passiamo senz’altro a denunciare lo stato di abbandono della maggior parte del terreno coltivabile del circondario di Occhito e di conseguenza proprio di quella valle del Fortore che, per beghe e piccole-grandi invidie personali fra compaesani, da tempo immemorabile ormai, non riesce a proporre un proprio rappresentante, degno di tal incarico.
In tanti ci hanno provato ed in tanti non hanno raggiunto l’obbiettivo, dando poi la colpa a chi non li ha votati per il risultato.
Ma… davvero è solo colpa della politica?
L’ho scritto proprio ieri: Quelli pensano ad ingrassare derubandoci; ma noi, che facciamo per emanciparci da quelle sanguisughe?
A Gambatesa ad esempio, ultimamente stiamo assistendo a due strani fenomeni che ne escludono a priori un terzo.
Il primo, è dato dalla partenza di alcuni di quei pochi giovani che ancora popolano il nostro borgo.
Se parli con i di loro genitori, ti devi rimettere di buona parola, perché “Che deve fare qui mio figlio! Deve andare a zappare? E che mangia? Come fa a divertirsi?”.
Magari, ti sto parlando di genitori che hanno una o più attività di piccola impresa o commerciali avviate e grazie a Dio funzionanti, o che dispongono di terreni agricoli, regolarmente abbandonati al proprio destino…
Dall’altra parte, ecco fra noi ragazzi provenienti da terre lontane, qui esclusivamente per lavorare e farlo a testa bassa, (e voglio vedere chi riesce a dimostrare il contrario di quello che dico), gente scappata da terre che più che coltivate, spesso vengono minate con prodotti d’italica manifattura…
Il terzo punto è quello che abbraccia i primi due, nonostante la repulsione di questi: La disponibilità di terreni agricoli, spesso abbandonati a sé stessi, in nome di un diritto di proprietà che non può venir scalfito, ma neppure regolamentato, da chi viene eletto per rappresentarci e legiferare, ovviamente per paura di ricadute negative sulle prossime possibilità di restare abbarbicato alla poltrona.
Ora vengo al dunque: Fatto salvo il diritto di proprietà, che grazie a Dio è ancora sacro, se i ladri di cui ho parlato ieri mattina riferendomi esclusivamente alla mangiatoia gambatesana, (ma in questo caso allargo la platea a livello nazionale, per non dire europeo), cominciassero a tassare (ovviamente senza dover lavorare in alcun modo), i proprietari delle terre incolte, abbassando progressivamente l’imposta a chi permettesse la coltivazione delle terre suddette a cooperative costituite da gente che è in vena di lavorare per vivere, senza aspettare la Manna dal cielo, questi malfattori otterrebbero almeno quattro vantaggi in un sol colpo.
1°: La possibilità di poter dire: Noi ci proviamo e tu che non hai lavoro, se veramente ne vuoi, ora ne hai a disposizione, magari per guadagnare quanto ti spetta per ciò che produci;
2°: La possibilità di prevenire incendi e frane, visto che i terreni oggi preda dei bastardi che restano impuniti, in questo modo sarebbero presidiati da chi, con interesse, lo farebbe e lo farebbe anche meglio delle migliori forze dell’ordine;
3°: Una radicale riduzione di delinquenza e dedizione a ciò che viene definito “Vizio”, atteso che se si vada a lavorare, poi resti poco tempo per perderne senza produrre, visto che ci si deve riposare;
4°: Il rispetto rinato da parte di chi, oggi derubato impunemente, non avrebbe più ragione di rivoltarsi contro di loro, perché automaticamente cesserebbe la ragione, atteso che i Nostri politici e i di loro galoppini, ci penserebbero più di una volta a derubare chi oggi dissanguano in tutti i modi.
Il benpensante di turno dirà: “Poveraccio che sei! quanto stai blaterando è in parte oggetto del [download id=”398″ format=”2″]!”
Sì, – rispondo io a quest’insulso, – e c’è anche già la modalità di finanziamento appositamente proposta, ma in religioso silenzio: Mini-rialzo delle accise sulla benzina – Il Sole 24 ORE, che mi pare ricalchi in pieno la volontà di rubare a chi già è giornalmente depredato.
In definitiva e volendo tornare alla valle del Fortore, ai terreni abbandonati a sé stessi, alla possibilità d’impiegare lavoratori e o giovani laureati nel ramo, magari per far rinascere ad un prospero futuro queste nostre terre quasi deserte ed abbandonate a chi viene a depositarci i propri rifiuti: Perché non prendere esempio dal signor Franco di Torella del Sannio e cominciare a coltivare nuove piante, portatrici di guadagno reale, invece di lamentarci e piangerci addosso, sapendo che a pochi chilometri da noi c’è chi, a tutto pensa fuorché a lasciare casa propria per andare a pulire il culo a chi poi nemmeno ne apprezza il gesto?
Per i ladri di cui ho parlato sarebbe una vera riabilitazione.
Per chi scrive, sarebbe la pace dei sensi e l’agognata tranquillità.
Per chi vuole lavorare producendo fatti e non chiacchiere, sarebbe la fine di un incubo.
Ma… Poi finirebbe il gusto di far politica…