Di Vittorio Venditti
Altro Che ‘Registro Pubblico Delle Opposizioni’!
Questo tema è anch’esso ripetuto per più articoli sulla presente testata e quindi non ha bisogno di link a supporto. La situazione è seria, ma siccome bisogna ridere per non piangere in modo tale che a schiattare sia chi mette in atto tali disturbi e non chi li riceve, ecco il tornare sull’istituzione del ‘registro pubblico delle opposizioni’ che se è nato con il nobile scopo di proteggere la clientela (specialmente se fragile) dalle incursioni dei call center che pretenderebbero di condizionare la vita altrui, in realtà è rapidamente diventato esso stesso un archivio a disposizione di questi disturbatori, tenuti in vita dalla politica per paura che la massa che vi vegeta dentro si svegli ed inizi a menare le mani per mancanza di foraggio.
“Il cittadino può richiedere gratuitamente l’iscrizione al RPO oppure il rinnovo, la revoca selettiva e la cancellazione dell’iscrizione tramite modulo web, …”, è quanto si può leggere sulle due righe di presentazione che vengono offerte dai motori di ricerca quando si prova a voler conoscere quest’istituzione. In realtà, la situazione è ben diversa da quanto cliccabile per entrare nell’apposito sito perché già il fatto che se si richiede di non venir infastiditi, poi bisogna rinnovare l’istanza, quando sarebbe corretto lasciare unicamente la possibilità di disiscriversi a chi desidera godere del masochismo più puro.
A ciò va aggiunto che comunque chi non vuol ricevere queste molestie deve fare i conti con un cartello che ai sensi e per effetto dei risultati raggiunti è più malefico di quelli che si scontrano tra loro per il controllo delle piazze di spaccio. Questa forma di profitto vista/non vista da chi dovrebbe perseguire il bene e la tranquillità della cittadinanza ha ormai il controllo della situazione per cui l’intera numerazione (fissa e mobile) italiana è a disposizione di tutti i call center con abbinati i nomi e cognomi degli utenti che per qualsiasi ragione hanno un contratto in essere.
La situazione grottesca si palesa in tutta la sua forma offensiva, quando ad esempio, un numero telefonico è stato utilizzato per la creazione di un contratto, ma recapito ed utenza non appartengono alla medesima persona. Con nonchalance, quei poveri disgraziati che ritengono d’aver svoltato lavorando per quelle centrali di disturbo, chiamano i numeri da turlupinare e quando si dà loro risposta, esordiscono proponendo il nome del titolare dell’utenza eventualmente da dirottare.
Come si dice in questi innumerevoli casi, ‘siamo in Italia’ e perciò a nessuna delle cosiddette ‘autorità di vigilanza’ (rigorosamente in minuscolo perché così s’enfatizza il fatto che queste non contino nemmeno quanto il due di spade quand’è briscola denari), a questi enti che hanno l’unica vera funzione: parcheggio per politici trombati et similia, verrà la voglia di compiere il lavoro per il quale ufficialmente sono stati costituiti. A questi squallidi soggetti però, andrebbe chiesto se almeno siano in grado di contestare ai molestatori oggetto di questo sfogo la violazione della privacy degli utenti, ma significherebbe considerare questi complici, gente in grado di comprendere l’esistenza di un simile reato, quindi vorrebbe dire non vivere nel ‘rotto stivale’.
Meditate, Gente, Meditate.