Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
E Da Ieri Ne Ho Le Prove Scritte!!!
Visto che ieri la nostra “Mina Vagante” non ha voluto utilizzare quella munizione che risponde al nome di “Divina Commedia” nel suo “inferno”, ne faccio abbondante uso io per quanto sto per espettorare, dandoti, se mai ce ne fosse bisogno, la vista di un’altra, delle tante ipocrite e ladre facce che puoi trovare avvicinandoti al nostro paese.
Quante volte ho scritto che i politici rubano?
Quante volte l’ho scritto a proposito di chi ci governa: Anche in ambito locale?
Quante volte ho scritto che fra gli impiegati e gli amministratori (di maggioranza ed opposizione, odierni e dei tempi andati) che albergano presso la mangiatoia di cui alla foto, Il Più Pulito Ha La Rogna?
Quante volte ho scritto di “elettori altruisti” che, una volta entrati in quella stalla non ne vogliono o non ne sono proprio più usciti?
DA OGGI C’E’ UNA “NOVITA'”:
Da oggi, li posso definire ladri, carta alla mano.
Ma perché?
I Fatti:
Nei giorni scorsi ho avuta la necessità di comunicare al municipio di Gambatesa che dovevo rivoltare il tetto di casa e, con l’occasione, provvedere a lavori di coibentazione dello stesso, lavori che ovviamente non avrebbero apportate modifiche alla cubatura dell’abitazione presso la quale risiedo con la mia famiglia: [download id=”396″ format=”2″]
Considerato che i lavori in questione li avremmo fatti con le nostre forze ed a nostre spese, ho pensato di stilare la comunicazione che ora ti ho mostrata, con i miei dispositivi di stampa e con la mia carta, (stampando il documento in doppia copia), onde evitare sprechi di fogli di carta al municipio, in considerazione del fatto che la comunicazione in questione doveva essere gratuita.
Gratuita?
Sti Cazzi!
Mi è costata venti euro!!!
Perché?
[download id=”397″ format=”2″]
Giusto un anno fa, è stata promulgata la delibera di cui sopra, documento che prevede spese di segreteria addebitabili al cittadino.
Sì: Se queste spese esistono.
Se no?
Rimessa a mano venerdì scorso la comunicazione al municipio ed acquisitone il relativo numero di protocollo, (lo hanno scritto a penna sul foglio che avevo mandato io, come seconda copia), ieri mattina, previa avviso del Sindaco, mi sono visto recapitare dalla vigilessa Maria Antonietta Regina, (Biaggett), un modulo di conto corrente sul quale era scritto, nero su bianco, che mio padre, proprietario dell’abitazione sulla quale si stavano eseguendo i lavori di cui alla comunicazione, doveva versare alle casse del municipio di Gambatesa la somma di Venti Euro, come “diritti di segreteria”.
Visto che ieri non mi andava di lavorare, ho preso un giorno di ferie, per far di più di ciò che faccio in ufficio.
Per questo, verso le dodici, prima dell’aperitivo che quando sto a Gambatesa prendo con Totore e gli altri amici che incontro, mi sono recato al locale ufficio postale, (sempre e naturalmente puzzolente di muffa e con, per questo motivo, la porta rigorosamente aperta), per pagare il dovuto e di seguito al municipio, dove, già sufficientemente alterato, ho chiesto a chi avrei dovuto mostrare la ricevuta che attestava l’avvenuta estorsione.
Nessuno ne sapeva: La vigilessa che mi aveva dato il vaglia: “Ma a me lo ha dato il Sindaco!”, L’impiegata all’ufficio anagrafe, (la seconda ed ultima persona che ho trovata al piano terra dei locali del municipio: “Non so che dirti, prova dal tecnico comunale al primo piano”.
Sempre con la pazienza di Totore, saliamo al primo piano verso le dodici e un quarto e bussiamo alla porta aperta dell’ufficio tecnico.
Lì, troviamo Franco Di Jelsi, (La Volpe), Floriana Di Jelsi in Di Maria, (la moglie di Francesco Di Maria, Vesch), e Colui a cui voglio un gran bene per come sa ben gestire il sito istituzionale di Gambatesa, quel Salvatore Conte, una volta di stanza nell’ufficio di fronte, (quello nel quale alberga anche il presidente della locale Polisportiva che si occupa solo di calcio, parlo di Rosario Conte).
Chiesto ai presenti cosa fare della ricevuta in duplice copia che avevo in mano, ovviamente non ho ricevuta risposta soddisfacente.
L’unica affermazione proferita dagli astanti è stata quella di attendere il rientro in ufficio di Domenico Giorgio, che pare fosse andato a fare un sopralluogo.
Attesi cinque minuti, io e Totore abbiamo pensato che sarebbe stato meglio scendere ed uscire dal municipio per andare a prendere l’aperitivo già in programma e, chissà…, incontrare la persona che stavamo attendendo.
ORRORE!!!
Nel bar Domenico Giorgio non c’era!
Sarà davvero andato a fare un sopralluogo?
Probabilmente, anzi, sicuramente sì, visto che la giustizia divina ce lo ha confermato, con la pioggia che da ieri sera alle otto e per buona parte della serata ha bagnato il nostro paesello.
Tracannati gli aperitivi, ma con un’incazzatura degna di Napoleone intento a prendere il potere dalle mani dei rivoluzionari di Francia, torniamo nell’ufficio di Domenico Giorgio, nel frattempo rientrato: Erano le dodici e quarantacinque.
Mostrando la ricevuta del versamento di cui ho parlato, chiedo il Da farsi.
Domenico, prende il vaglia e lo divide in due, restituendomene una parte.
A questo punto, ancora più incazzato e quasi senza la forza di proferir parola, io chiedo se mi dovesse spettare altra documentazione, a fronte dei venti euro richiesti per il “Disturbo arrecato”.
Il Nostro, senza minimamente scomporsi, mi dice: “Non devi avere più niente: Va bene così”.
Va bene per te!
Ma non va assolutamente bene per me.
Per cui, senza quasi salutare gli astanti ho detto: “Ne parliamo domani”; al che ho sentito un mugugno che forse voleva dire: “Puoi anche scriverne, tanto i soldi li hai versati”.
A partire da quel momento, ho iniziato a chiamare al telefono il Sindaco, visto che fra le parole scambiate con il tecnico municipale, avevo chiesto a costui quale diritto avesse il municipio di estorcere ai cittadini somme di danaro senza dare a questi ultimi un tangibile servizio.
Dopo un paio di minuti, Domenico Giorgio, prima scartabellando, poi con un sufficientemente innervosito mouse, mi risponde che tutto è ascrivibile alla delibera già mostrata in questa farneticazione.
Verso le quattordici e trenta, mentre stavo nervosamente mangiando il mio pranzo, riuscendo a contattare Emilio Venditti, mi sento dire che: “è andata anche di lusso! Io, per un lavoro fatto a Campobasso, mi sono sentito chiedere cinquanta euro, e mi sono trovato ad essere controllato per verificare se quanto scritto e corredato da fotografie, (a te non richieste), corrispondesse a verità!”.
Io, di rimando ho detto al Sindaco che “Almeno a te hanno fatti i controlli, giustificando la spesa: Da me Chi Verrà? E che documento mi rilasceranno, che attesti l’avvenuto controllo? Insomma: Devo andarmeli a cercare io i vigili urbani per chiedere il documento che giustifichi i venti euro che mi avete rubati, o devo prenderli entrambi e torchiarli fino ad ottenere la documentazione in questione o, in alternativa, la restituzione del mal tolto?”.
E lui: “Questi soldi, non li prendiamo noi ma ci vengono richiesti dallo Stato, pena il toglierceli da quanto ci deve. Tu non sai che lo Stato, ha data la possibilità di chiedere per queste cose una somma che va da venti a duecento euro: Noi abbiamo pensato di chiedere solo venti euro, perciò lascia perdere e non lamentarti!”.
Come se mi avesse fatto un favore del quale ringraziarlo.
In quel momento avrei preferito essere governato da Francesco Schiavone: Sarebbe sembrato più onesto, anche perché nel dire del Sindaco, il nostro mi ha detto: “Non lamentarti dei politici, perché se stanno dove stanno, qualcuno ce li ha messi”, facendomi pentire e facendomelo dire, di aver votato e di continuare a credere in questo strumento, ma nello stesso tempo facendomi dire che gli stessi, posti dove sono unitamente ai loro galoppini, possono essere estirpati a colpi di pistola, senza per questo dover sparare ad incolpevoli carabinieri, in loco solo perché comandati.
A quel punto è partita una tiritera che ci ha portati al cosiddetto “chi si tu”, per cui il Nostro, riferendosi al mio lavoro, ha detto: “Parla poco, perché se l’Enel mi dà corrente ed io non la sfrutto, comunque devo pagare il nolo contatore!”.
Ed io di rimando: “Ma tu puoi evitare di chiedere l’installazione del contatore; io invece, sono costretto ad essere derubato dei miei soldi, visto che tu e i tuoi colleghi, nonché le persone che campano intorno a voi, ci obbligate a darvi danaro, in questo caso senza fare alcun lavoro che ne giustifichi la spesa”.
In aggiunta, Emilio mi ha detto che “di queste comunicazioni relative all’edilizia libera, ne arrivano giornalmente…”; Bene: Quindi è così che venti euro alla volta, riesci a comporre gli stipendi dei tuoi impiegati?
E poi: “I nostri vigili urbani i controlli relativi alle comunicazioni proposte dai cittadini li fanno: tant’è vero che Nunzio Iacovelli, (aggiungo io De Coccia), nel proporre una sua comunicazione di edilizia libera simile alla vostra, ha aggiunto all’attuazione dei lavori che aveva dichiarati, un gradino abusivo che ora gli verrà fatto eliminare…”.
In definitiva, oggi finalmente posso dire a voce alta di essermi sbagliato nell’affermare la suprema ed ineguagliabile maestria del municipio di Toro (CB), nel campare assaltando le diligenze sulla fondovalle, (Qui per ricordare); oggi finalmente posso dire che il municipio di Gambatesa nel rubare i soldi ai cittadini è più capace: Ci deruba direttamente in tasca e senza alzare il culo dei propri lavoranti dalle poltrone che questi occupano, quando non li troviamo in “ricreazione…”.
Per finire: A Gambatesa e non solo, ma in Italia tout court, come già detto in altre occasioni, se sei onesto vieni preso per i fondelli e punito, per la serie… “Signor Giudice, sono stato derubato! – Bene: Sbirri, arrestatelo, gettatelo in prigione e buttate la chiave della cella!”.
Per questo, armi alla mano, in seguito mi regolerò di conseguenza, provando ad applicare il dire degli psicologi del diciottesimo secolo, secondo cui: “L’intelligenza, consiste nella capacità dell’individuo di adattarsi alle situazioni che la propria vita gli propone”.
Sta a vedere che da stupido io riesca a crescere…
Detto ciò, e considerato che su venti euro, io che me li guadagno onestamente ci faccio la proverbiale piscia, spero che il fatto stesso che mi siano stati rubati, serva a chi ne ha presi i vantaggi per servirsene per comprare le più dolorose medicine, senza alcuna pietà verso qualche bastardo di questi ladri, già in odor di morte, che spero di cuore avvenga il più tardi possibile, in maniera da dare a questo le più dolorose e allucinanti sofferenze.
E Dio Sa A Quale dei Ladri Mi Sto Riferendo: In questo, la giustizia divina è maestra!