Di Francesca Di Corpo
Quest’Anno Non Ci Torni A Sant’Anna?
Chi di voi ha già assistito a quest’evento di sicuro anche quest’anno tornerà ad affollare le vie di Jelsi per rivivere questa festa che si ritaglia uno spazio unico nella tradizione molisana.
Differentemente dagli altri anni, in qualità di studiosa di questa festa e amante delle tradizioni popolari, ho deciso di accompagnarvi per mano durante le fasi della festa che, seppur si ripetono da centinaia di anni sono suggestive ancor oggi e determinano le caratteristiche di questa comunità che con sacrifici enormi rende possibile questo “miracolo”.
Cercherò di rendere partecipi tutti voi lettori di come quest’evento prende forma ogni anno e come venga percepito dagli organizzatori e dai partecipanti, quali funzioni svolge e quali necessità cerca di soddisfare.
Non a caso ho scelto di iniziare questo articolo introduttivo con la richiesta che gli abitanti di questa comunità fanno sovente al turista: ci torni a sant’Anna?
Sembra una frase scontata ma per gli jelsesi sant’Anna rappresenta un vero e proprio capodanno e le azioni che compiono durante l’anno vengono classificate in base a quest’ordine temporale: prima o dopo sant’Anna.
Ciò che distingue la festa, oltre alla sua storia bicentenaria è la forma organizzativa dell’evento stesso che comporta la partecipazione di numerosi membri impegnati durante tutto l’anno nell’organizzazione dell’evento.
La collaborazione è visibile sotto tutti gli aspetti e coinvolge la comunità e le loro energie, è un tempo di duro lavoro, quel tempo sottratto alla famiglia e alle faccende personali che si tramuta in gratuità nei confronti della festa.
Penso inoltre sia doveroso segnalarvi di settimana in settimana ciò che succede in questa comunità in modo che possiate rendervi conto quanto lavoro c’è dietro la realizzazione di tutti i manufatti fatti di grano, di spighe e di chicchi che inondano la festa del 26 luglio.
Forse molte volte ve lo sarete chiesti come si arriva a creare le trecce che addobbano il paese o come nascono i fiori fatti con le spighe di grano, o i cappellini, o le bottiglie, per non parlare della realizzazione dei carri.
Con questi articoli vi aiuterò a non perdervi questi momenti per guardare con occhi diversi e più consapevoli questa festa.
Vi parlerò di tutta l’organizzazione che c’è dietro a quest’evento, di tutte le giornate passate sotto il sole o all’ombra dell’albero davanti casa o dentro una rimessa a preparare un carro.
L’essenza della festa infatti è quella dedizione alla cura dei particolari che contribuiscono a creare un evento ricco di contenuti.
In questa fase gli attori sociali vivono un insieme di situazioni caratterizzate da una dimensione spazio-temporale circoscritta, che ne delimita e sottolinea la natura di rappresentazione contrapposta al fluire della vita quotidiana; all’interno di tali situazioni gli individui agiscono rivivendo, reinterpretando ogni volta ed esprimendo, attraverso un insieme di linguaggi verbali e non verbali, la loro cultura.
Vi è come un azzeramento momentaneo delle norme e del vivere quotidiano che consente di rinnovare e vivificare l’evento di anno in anno.