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Tempi Lunghi Per La Riforma Della Disabilità? AIPD: “L’Importante E’ Che Non Si Torni Indietro”

Di Associazione Italiana Persone Down

AIPD

“La riforma della disabilità è urgente e molto attesa dalle famiglie. Non possiamo che essere dispiaciuti e preoccupati per l’allungamento dei tempi. Siamo però fiduciosi che non si tratterà di una battuta d’arresto, ma il governo vorrà mantenere le sue promesse. Siamo stati in tal senso rassicurati anche dalle parole della ministra Locatelli che esclude la possibilità di passi indietro rispetto al percorso finalmente intrapreso”, così Gianfranco Salbini commenta la notizia della conversione in legge del decreto Milleproroghe che rinvia di un anno (da gennaio 2026 a gennaio 2027) l’entrata in vigore della cosiddetta riforma della disabilità (decreto 62/2024). In particolare, bisognerà aspettare ancora quasi due anni perché si semplifichi su tutto il territorio nazionale il sistema d’accertamento dell’invalidità civile e s’introduca la nuova valutazione multidimensionale per l’elaborazione del “Progetto di vita”. S’allarga però la sperimentazione: alle attuali 9 province in cui essa è in corso, s’aggiungeranno a settembre ulteriori 11.

“Come associazione di familiari, seguiamo con particolare interesse gli sviluppi della riforma, ben consapevoli di quanto questa sia necessaria. In particolare, il progetto di vita è uno strumento di civiltà, in quanto assicura diritti e futuro alle persone con disabilità che non sono ‘eterni bambini’, ma diventano adulti e devono e possono sviluppare una propria autonomia e una propria progettualità. Ci rassicurano le dichiarazioni che la ministra Locatelli ha rilasciate: “Di fronte al timore di un eventuale rallentamento nell’applicazione a regime della riforma, voglio rassicurare che indietro non si torna e che proseguiamo in maniera progressiva proprio per poter risolvere man mano ogni nodo ed eventualmente anche per migliorare alcuni aspetti”. Ricordiamo (con le altre associazioni) che tutte le persone con disabilità, ovunque vivano, hanno già da tempo la possibilità di presentare al proprio Comune la richiesta di un progetto di vita (articolo 14 della legge 328/2000). Infine, ribadiamo come sempre la nostra disponibilità a condividere con il governo e con i tecnici la nostra esperienza di oltre quarant’anni e le competenze che ci vengono dalla vita quotidiana in famiglia e in associazione”.