Di Monica Surace
Dopo le notizie diffuse a mezzo stampa sulla sospensione del test della calprotectina al P.O. Veneziale d’Isernia, giungono precisazioni dall’ASReM, in particolare dal prof. Silvio Garofalo, Associato di Genetica Medica presso il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute dell’Università degli Studi del Molise e direttore dell’U.O.C. Laboratorio Analisi nei presidi ospedalieri regionali.
Il responsabile del servizio sottolinea che “la calprotectina fecale non è un marcatore di lesioni neoplastiche. È utilizzata solo nella diagnosi e monitoraggio delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Pertanto, il suo uso come marcatore tumorale è inappropriato. Nella circostanza, si ricorda che nel 2024 al Veneziale d’Isernia sono stati eseguiti 524 test della calprotectina fecale e che sempre lo scorso anno l’ASReM ha aggiudicata una gara per fornirsi di un moderno sistema diagnostico per eseguire tale esame ed attualmente è in uso. Questo è un aspetto importante, considerato che al Veneziale il medesimo esame veniva eseguito con una metodica immunocromatografica non aggiornata. Pertanto, il laboratorio pentro può accettare i campioni fecali che vanno poi trattati in giornata e in loco per estrarre la proteina calprotectina, congelarla ed inviarla al laboratorio d’autoimmunità per il dosaggio. In ogni caso sono in fase d’aggiornamento le procedure operative e gli standard più moderni per garantire la massima efficienza e formare al meglio i tecnici appena assunti dall’Azienda. Ad oggi, non risultano segnalazioni o proteste di utenti e si teme che si sia generata una grande confusione. Ciò che infatti è stato spostato al Cardarelli di Campobasso ed accettato nelle farmacie è lo screening oncologico del tumore del colon mediante esame del sangue occulto sulle feci, non l’esame della calprotectina”.
Ancora una volta, dunque, si chiede maggiore attenzione nella diffusione di alcune notizie che possono solo generare preoccupazione nella popolazione, danneggiando l’operato dell’ASReM.