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UniMol E Asrem: Nuova Sfida Vinta Al Cardarelli

Di Giovanni Carugno

Paziente operata da sveglia

UniMol

Il caso è più che complicato. Paziente di 50 anni con un’avanzata patologia neurologica di base e calcoli alla colecisti complicati da pregressi episodi di infiammazione. Condizioni di partenza davvero molto critiche: intervenire chirurgicamente con anestesia standard, ossia totale, per rimuovere i calcoli rappresenterebbe un rischio non accettabile di non riprendere a respirare spontaneamente. L’ospedale Cardarelli di Campobasso però riesce a dare una risposta di salute alla signora grazie all’incrocio di competenze e abilità sanitarie e il sostegno di un bagaglio di esperienze più che importante.

Grazie alla collaborazione del reparto di neurologia diretto dal dottor Nicola Iorio (che ha evidenziato che la paziente avrebbe potuto non reggere le conseguenze dell’intubazione e dell’anestesia generale) il direttore dell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione, Vincenzo Cuzzone e il professore Aldo Rocca (docente UniMol di Chirurgia e curante della paziente) individuano l’altra strada possibile: intervento con la paziente sveglia. Ricorrono all’anestesia neuroassiale, quella tipicamente usata per i parti. Solo che questa volta c’è da intervenire molto più in alto nell’addome, cioè sulla colecisti per evitare alla donna infezioni anche letali vista la fragilità del sistema immunitario. L’approccio non è standard e offre meno possibilità di gestione delle eventuali complicanze, ma è l’unico possibile per pazienti con rischi respiratori o neurologici.

L’intervento riesce, la donna sta bene.

A contare per il successo di questo caso, i numerosi interventi di chirurgia epatobiliare pancreatica condotti con questa tecnica nell’esperienza dei chirurghi allievi del professor Calise. Una risposta di salute che grazie alla visione della Direzione sanitaria aziendale ha saputo far confluire all’ospedale Cardarelli di Campobasso, le competenze di sanitari, medici e infermieri, delle diverse unità operative che con coraggio hanno affrontata questa sfida, come la dottoressa Antonella Formichella e il dottore Pasquale Avella che all’UniMol hanno iniziato come studenti di Medicina e al Cardarelli adesso offrono le loro competenze di giovani medici.