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UniMol: Inaugurazione Della Mostra Architettura E Natura Di Maurizio Pierfranceschi

Di Giovanni Carugno

UniMol

ARATRO – Galleria Gino Marotta, il Museo laboratorio di arte contemporanea dell’Università degli Studi del Molise, presenta la seconda mostra della stagione 2024-2025: Architettura e Natura una personale dell’artista Maurizio Pierfranceschi (Roma, 1957) che segue la sua grande retrospettiva da poco conclusa a Roma. Mercoledì 12 febbraio, dalle 18 alle 20, l’inaugurazione e l’apertura della mostra – a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio – nello spazio espositivo all’interno dell’Aula Magna d’Ateneo, Via F. De Sanctis.

Locandina Mostra Architettura E Natura Di Maurizio Pierfranceschi

La mostra si sviluppa come un percorso articolato, metamorfico e coerente, un intreccio di indagini e soluzioni guidate da un pensiero che intreccia materia pittorica e struttura compositiva con rigore e profondità. In questo senso può essere letta come un viaggio circolare, non scandito dal tempo lineare dei cronometri, ma dalla profondità di un tempo originario (quello della natura) che s’intreccia sotterraneamente con le trasformazioni di un’arte rinnovata attraverso la riflessione sul proprio passato.

L’artista infatti colloca il proprio lavoro in un rapporto preciso con ciò che definisce la “matematica della natura”, esplorando le architetture segrete che in particolare si celano nel cuore delle forme vegetali. Il progetto risulta di particolare interesse per la qualità della pittura di Pierfranceschi e per le sue soluzioni concettuali (tecniche e stilistiche) che hanno anticipate le ricerche di molti pittori delle nuove generazioni.

In mostra è esposto un ciclo di opere recenti, concepito come un dialogo con un preciso momento della storia dell’arte: l’arco temporale che va dal Trecento alla prima metà del Quattrocento in Toscana e nell’Italia centrale. Quest’ultimo ciclo assume un accento enigmatico, una sospensione che si nasconde tra le figure de ‘Il pianto degli alberi’, nel legame tra terra e corpo ne ‘Il botanico’, nella riflessione sulla vita de ‘Le tre età’, fino ai misteriosi edifici di ‘Lo strano frutto’, ispirato alla pittura di Rousseau il Doganiere e al carattere enigmatico delle sue foreste.

Con una tecnica che unisce compattezza e trasparenza, nebulosità e nitore, Pierfranceschi ci guida Tra le macerie del tempo e della storia, sulla riva ignota di un confine estremo, fino alle Terre d’ombra, dove le figure si dissolvono nella loro essenza liquida per poi ricomporsi attraverso lande abbrunate, allusioni al fato e ai segni di quell’eterna malinconia che da millenni accende la scintilla originaria dell’arte.

Accanto ai dipinti, vengono esposte anche sculture realizzate con una raffinata e al tempo stesso antica tecnica di rigenerazione della carta macerata, modellata e quasi sempre dipinta, proprio come avveniva in antichità con le opere policrome che oggi appaiono bianche. La carta stessa sembra essere il materiale più adatto a restituire il senso paradossale di queste apparizioni, in cui fragilità e solidità si intrecciano in ossimori tridimensionali, testimoni di un racconto silenzioso e appassionato, sospeso nella dimensione interiore di un tempo parallelo.